lunedì 29 aprile 2013

Un poster al giorno....

Vysockij Spasibo, chto zhivoj
(Vysotsky. Thank You For Being Alive)




Regia: Pjotr Buslov
Attori: Sergej Bezrukov, Ivan Urgant, Andrej Panin


Trailer:
https://www.youtube.com/watch?v=wTbqwQbLmOA

Le "premières" del mese (maggio 2013)


Il primo maggio uscirà sugli schermi russi il film Sokrovischa O.K.  (I tesori del lago di Kaban). Il film narra dell'enorme tesoro nascosto dalla regina Sjujumbik, nel lago Kaban appunto. Il tutto avviene nel 1552 nella città di Kazan', 800 km da Mosca, la città era l'ultimo baluardo dei Tataro-Mongoli, e cadde per mano di  Ivan il Terribile.
Circa 500 anni dopo il bel Kirill, affascinante moscovita, idolo delle donne, scopre il segreto di tale tesoro e se ne mette alla ricerca insieme con la bellissima e misteriosa Gulja in un tourbillion di avventure. Regista del film è Dmitrij Korobkin, protagonista maschile Aleksej Vorob'ev (1988), protagonista femminile El'vira Ibragimova. 


Si tratta di un film leggero, a giudicare dai trailer, godibile, tipico di una corrente che è particolarmente vivace nell'attuale panorama cinematografico russo, avventurosa e spensierata e senza particolare spessore.

Qui potete vedere il trailer 


Altra vitale corrente è oggi rappresentata dai film di animazione, abbiamo parlato a marzo de "Il sigillo di re Salomone", storia di un genio cattivo che dopo secoli ritorna in vita e minaccia alcuni ragazzi, e proprio il 2 maggio uscirà un altro film a cartoni animati, Popugaj  Klub (Il club del pappagallo). La storia si svolge a Mosca con le sue vie a tutti note, qui si incrociano le vicende  di uomini e animali, si tratta del pappagallo Sjoma e dei suoi amici, un alce, un camaleonte e una scimmietta, il tutto movimentato da elementi del cinema di azione: inseguimenti, sparatorie e fughe in elicottero. Il film è soprattutto in 3D, anche se i ricordi e alcuni sogni e pensieri sono eseguiti con la tecnica classica. La critica lo consiglia a grandi e piccoli e lo loda per l'alternanza di parti divertenti e sentimentali, condite con azioni spericolate.  Il regista è Timur Vajnshtejn.



Il film forse più atteso di questo mese è Gagarin. Pervij v kosmose (Gagarin. Primo nel cosmo), biocpic dedicato all'eroe sovietico Jurij Gagarin e alla lotta tra Unione Sovietica a Stati Uniti per la conquista dello spazio. Il film non è solo dedicato alla rivalità tra i due stati giganti ma anche alla lotta per poter volare per primi nello spazio tra i  12 fortunati, prescelti tra tremila piloti di aerei caccia. Viene quindi anche mostrata la rivalità tra i piloti selezionati, per entrare nella storia. La pellicola è stata girata a Mosca, in Crimea e nella regione di Tver' (non lontano dalla capitale). E' la prima biografia cinematografica di Gagarin realizzata col beneplacito della famiglia.

Il regista è Pavel Parchomenko alla sua seconda prova nella regia. Il protagonista è Jaroslav Zhalnin (1986), molto somigliante al giovane Gagarin, 



http://www.youtube.com/watch?v=nkIPqOkfckA

Trailer del film













martedì 23 aprile 2013

Un poster al giorno...

So mnoju vot chto proischodit
(Ecco che cosa mi sta succedendo)
2012


Regista: Viktor Shamirov
attori: Gosha Kucenko, Viktor Shamirov

lunedì 22 aprile 2013

Un poster al giorno...

Vozvraschenie chuvstv (1979)
(Il ritorno dei sentimenti)

Regia: Mark Osepjan
Attori: Nurja Irsaeva, Oleg Marusev

domenica 21 aprile 2013

Un poster al giorno...

Da oggi, senza tanti commenti, ahimè il tempo è tiranno, vi proponiamo un poster cinematografico di oggi o di ieri al giorno. Incominciamo con
Vas ozhidaet grazhdanka Nikanorova (La aspetta la cittadina Nikanorova) del 1978.
Regia: Leonid Marjagin,
attori Borislav Brondukov e Natalja Gundareva

Leonid Kuravljov: un attore di successo. Ricordate Afonja?

Ricordate il film Vij, film dell'orrore, tratto da un racconto di Gogol'? Il protagonista, il seminarista Choma Brutov era interpretato da un grande attore del cinema russo e sovietico, Leonid Kuravljov.
Lo ricordiamo protagonista di molti film:  Zhivet takoj paren' (Così vive un uomo), in cui interpreta Pasha, un ragazzo comune che certa di portare la felicità alle persone intorno a lui. E' lo zar Ivan il Terribile in Ivan Vasil'evich menjaet professju (Ivan Vasil'evich cambia mestiere) e anche l'endocrinologo Chachikjan in Mimino. E' noto soprattutto per la parte di Afonja , un idraulico sui generis (Afonja è il diminutivo del nome Afanasij), nel film omonimo di Georgij Danelja del 1975. Continua a recitare, all'inizio degli anni 2000 ha condotto alla televisione un programma di novità editoriali. 

Kuravljov nasce l'8 ottobre 1936 a Mosca: è attore di cinema e di teatro. Visse l'infanzia con la madre nella regione di Murmansk (la madre era stata mandata al confino per una denuncia poi rivelatasi infondata). Dopo la scuola decide di iscriversi all'istituto di teatro VGIK, la prima volta non riesce a entrare, ma nel 1955 il suo tentativo è coronato dal successo. Ancora studente recita in alcuni film. Nel 1964 recita nel film di Vasilij Scukshin
L'ultimo film in cui ha recitato è Rzhevskij contro Napoleone, una pellicola uscita l'anno scorso del regista Marius Vajsberg (famoso per essere il compagno della bella Vera Brezhneva, ex-Via Gra), in cui ha un piccolo ruolo. Il film è una presa in giro della campagna di Russia di Napoleone, al quale viene inviato, vestito da donna, il sottotenente Rzhevskij, figura centrale delle barzellette sovietiche. Rzhevskij dovrebbe distrarre Napoleone seducendolo, ma riesce nel frattempo a conquistare Natasha Rostova (vedi Guerra e pace!) Miss Europa 1810, interpretata da Svetlana Chodchenkova (vedi film Metro).  

Oggi vogliamo però parlare del film Afonja girato nel 1975 che ebbe ben 62 milioni di spettatori.  Kuravljov è Afanasij Borschov di Jaroslavl', Afonija appunto, che coll'amico Fedul è tutto il giorno occupato non nel lavoro di idraulico e fabbro, ma nella ricerca di alcolici. In un bar conosce Kolja, l'attore Evgenij Leonov e lo porta a casa sua dove i due si ubriacano. Quando Kolja è cacciato di casa dalla moglie si trasferisce da Afonja. Nel frattempo Afonja è occupato da alcune avventure amorose, fortunate e non. E proprio l'impossibilità di realizzare il suo amore con la bella Elena, lo getterà in un profonda depressione. Ma a tutto c'è rimedio.

Il film è molto godibile e divertente, lo consiglio vivamente sia per il regista G. Danelja che per l'attore protagonista e la sua spalla (Leonov, grande del cinema sovietico).
Da notare che in una serata danzante ascoltiamo una canzone del gruppo Mashina Vremini, Ty ili ha (Tu o io), e il gruppo debuttò proprio in questo film, anche se nella scena non appare e a cantare la canzone  è un altro gruppo musicale: Araks. 
Al film è stata dedicata anche una scultura nella città di Jaroslavl' proprio davanti al bar dove si conoscono Afonja e Kolja.
Mosfilm ha pubblicato il film su youtube coi sottotitoli e credo che guardarlo sia un must per chi è interessato al cinema sovietico.

Sottotitoli in inglese
http://www.youtube.com/watch?v=V8ZKYD7heA4
Buona visione!






venerdì 19 aprile 2013

Forse non tutti sanno che... i russi a Cannes (1951)

Torniamo al cinema russo a Cannes, nel 2013 abbiamo visto che parteciperà un solo film, fuori concorso, Bite the dust (Otdat' koncy) della quasi esordiente Taisja Igumentseva ( si può trovare scritto Igumenceva), una regista 24enne, speranza del cinema russo d'autore. Ma torniamo agli anni passati, dopo la numerosa partecipazione dei russi a Cannes nel 1946, gli anni successivi non ci presentano film sovietici, in concorso e no. Nel 1947 non ci sono film russi, possiamo ricordare, al limite, La figlia del capitano, una italianissima versione del romanzo di Aleksandr Pushkin La figlia del capitano, con la regia di di Mario Camerini e  con Amedeo Nazzari nel ruolo di Pugacjov. Ricordiamo che la sceneggiatura fu scritta tra gli altri anche da Steno e da Monicelli. 
Nel 1948 il festival non ebbe luogo e nel 1949 non ci sono film russi, partecipano due capolavori assoluti però che voglio ricordare: Riso Amaro e Le mura di Malapaga, girato nel centro storico di Genova, raro documento di una città meravigliosa, in seguito martoriata dalle demolizioni, e con  protagonista il divo Jean Gabin.
Nel 1950 il festival non si tiene di nuovo e per vedere partecipare film sovietici dobbiamo arrivare al 1951.
Tra le proposte in concorso abbiamo il biopic Mussorgskij del regista Grigorij Roshal (1899-1983); Roshal attivista comunista si dedica alla educazione dei giovani, trasferitosi a Mosca nel 1921 si occupa della diffusione del teatro nelle scuole e insegna teatro alla gioventù operaia. Studia con Mejerchold e esordisce come regista di teatro. Il film dedicato al musicista ebbe a Cannes il premio per le migliori scenografie. 
Altro film in concorso è Osvobozhdjonnyj Kitaj (La Nuova Cina). di Sergej Gerasimov, un documentario sulla Cina liberata. 
Sicuramente il film più interessante di quelli in concorso è stato Kavaler zolotoj zvezdy, diretto da Julij Rajzman (Il cavaliere della stella d'oro, si può trovare anche il titolo inglese Dream of a Cossack) e tratto dalla novella di S. Babaevskij. E' la storia di un soldato Sergej Tutarinov, eroe di guerra che torna a casa alla fine della seconda guerra mondiale a Stavropol', vorrebbe andare via dal paese ma decide di rimanere per aiutare il paese nella ricostruzione e propone un piano quinquennale che comprende la costruzione di una stazione per la produzione di energia elettrica. Avrà degli avversari nella realizzazione del piano ma riuscirà a superare tutti gli ostacoli e a coronare il proprio sogno d'amore con la bella Irina. Il ruolo di Sergej è interpretato da Sergej Bondarchuk, quello di Irina da Kira Kanaeva

Per la sezione cortometraggi ricordiamo Ucraina in fiore (Cvetuschaja Ukraina) di Michail SluckiJ, L'Azejrbazhan sovietico dei registi Kiseljov e Dadachev, La Lettonia sovietica di F. Kiseljov, e infine L'Estonia sovietica di Gidin e Tomber, documentari difficili da reperire. 



















Cannes 2013: poco spazio alla Russia

Ieri sono stati annunciati i film che parteciperanno al Festival di Cannes 2013. Purtroppo poco spazio è stato concesso alla Russia presente solo con il film della regista Taisja Igumenceva Otdat' koncy (Bite the dust), morire appunto. 
Il film narra di un minuscolo villaggio dove tutti si conoscono, un giorno alla radio viene annunciata una terribile notizia: una cometa si sta avvicinando alla terra a grande velocità e il mondo sarà spazzato via completamente. Tutti si preparano a morire tirando le somme della propria vita, e anche nel villaggio le persone devo affrontare questo momento tremendo. Gli abitanti del paesello cercano di  condividere questi attimi, si radunano, preparano cibo da consumare insieme, alcuni compiono azioni impensabili. Poi la notizia schock: si scopre che la cometa non arriverà, si era trattato di un errore e qui inizia il vero film, le persone sono costrette a confrontarsi e comprendono che vivere come prima non sarà più possibile.   

Il film partecipa alla sezione Proiezioni speciali, la Igumenceva che è giovanissima (classe 1989) ha vinto l'anno scorso il premio per il miglior film girato da studenti di scuole di cinema. Il film era Doroga na... (La via verso...). La giovane regista è moscovita, parla il tedesco, suona il pianoforte e è sposata con l'attore Sergej Abroskin che ha uno dei ruoli principali nel film.
La carriera della Igumenceva inizia nel 2011 con un cortometraggio che riceve un premio al Moscow Short Film Festival, nel 2012 riceve il premio a Cannes e da qui inizia per lei la possibilità di una carriera folgorante. Aspettiamo di vedere questo film e i futuri lavori per giudicare.  
Nella sezione Cinefondation (quello appunto vinto dalla Igumenceva l'anno scorso) partecipa per la Russia Evgeny Byalo con il film Norma Zhizni (The norm of Life).

mercoledì 17 aprile 2013

17 aprile nel cinema russo

Il 17 aprile 1899 nasceva a San Pietroburgo Olga Zhizneva.
Attrice di teatro e, dal 1924, di cinema. Sposata col regista A. Room che nel 1927 aveva diretto il film Tretja meschanskaja (muto), storia di un menage-a-trois (titolo inglese Bed and Sofa), pensato dallo scrittore Viktor Shklovskij. Shklovskij lo aveva proposto al regista Ju. Tarich, ma quello non lo aveva accettato. La storia si ispira a un fatto realmente accaduto: due uomini legati alla stessa donna avevano detto di voler entrambi riconoscere il bambino da lei partorito. Essi definirono questo sentimento: amore dei Komsomol'cy (Komsomol, associazione dei giovani comunisti) che è puro e non contempla la gelosia. Qualcuno vide nel soggetto anche un riferimento alla tormentata storia d'amore tra il poeta Vladimir  Majakovskij, Lilja Brik e il marito Osip, che avevano appunto un menage di questo tipo.  
Room comprese le potenzialità del soggetto e iniziò a scrivere la sceneggiatura. Il film, il cui titolo originale era Amore a tre (Ljubov' v troem), è considerato un capolavoro del cinema muto. Mosfilm lo ha pubblicato su youtube https://www.youtube.com/watch?v=mrG3FA2lmiI.
Per quanto riguarda la Zhizneva possiamo dire che nel primo periodo era specializzata nella commedia dove era in genere scelta per interpretare il ruolo della bella donna annoiata, di estrazione borghese oppure dell'ambiente della NEP (Nuova politica economica). Uno dei film dove la Zhizneva ha recitato e che ci ha colpito è stato Podkidys', ovvero Abbandonata, del 1939 (regia di Tatjana Lukaschevic, sceneggiatura di Agnja Bartò e Rina Zelenaja). La Zhizneva recita la parte della madre che chiede al figlio di controllare la figlia Natasha di 5 anni, il figlio occupato nelle sue faccende non si rende conto che la bambina esce di casa. Da questo momento inizieranno le avventure della piccola, che però non dà tempo a nessuno di occuparsi veramente di lei. La vediamo ora all'asilo mentre gioca con gli altri bambini, ora per strada mentre insegue un gatto, ora soccorsa da un geologo
e da altri personaggi; una compagna di scuola del fratello di Natasha vuole addirittura portarla alla polizia, ma qui interviene una signora di carattere, interpretata dalla formidabile attrice Faina Ranevskaja, che decide di prendere con sé la bambina e di adottarla. Intanto il fratello si rende conto di aver perso la sorellina minore  e comincia a cercarla per le vie di Mosca. Infine la piccola viene trovata dai conoscenti e tutto termina bene.
Il film, il cui negativo era andato perduto durante i bombardamenti della II guerra mondiale, fu restaurato nel 1988, ma furono tolte anche alcune scene, politicamente non adeguate, per esempio quelle dove appariva la statua di Stalin al centro panrusso delle esposizioni (a destra).
Nel film vi sono panorami di Mosca, per esempio di Chistye Prudy (il famoso stagno dove si apre il romanzo Il maestro e Margherita, e diventati negli anni 90 del secolo scorso punto di incontro della boheme moscovita), si vede la via Gor'kij (tornata oggi a essere via Tverskaja), l'inizio della prospettiva Lenin (allora Grande via di Kaluga), la piazza del Maneggio in centro, la via Vozdvizhenka e anche l'entrata della metropolitana Ploschad' Sverdlova (che oggi è la stazione Teatralnaja, vicino al teatro Bol'shoj).
Nel 2010 la pellicola è stata colorizzata (nello stesso anno sono state "colorizzate" anche le pellicole Volga-Volga e Veselye rebjata con Ljubov Orlova).

https://www.youtube.com/watch?v=SPom9ulFp-M&list=PLBCC72CA61CCA453D e successive

versione colorizzata
https://www.youtube.com/watch?v=CcYyWFcm5BA e successive

I sottotitoli sono solo automatici, quindi con errori.





lunedì 15 aprile 2013

Il premio più prestigioso del cinema russo si chiama Nika

Arriviamo con un po' di ritardo, ma come si usa dire: meglio tardi che mai, slogan che da un po' di anni ho fatto mio, vista l'impossibilità di riuscire a fare in tempo tutto quello che si vorrebbe.
Il due aprile a Mosca sono stati attribuiti i premi "Nika" ai film, registi, attori più meritevoli del  2012. Il premio nasce nel 1987, ancora in epoca sovietica. Le votazioni in precedenza erano aperte a tutti i partecipanti della Associazione Cinematografica (Sojuz kinematografistov), ma dall'inizio degli anni novanta i vincitori sono determinati da una votazione segreta dei membri dell'Accademia delle Arti cinematografiche, alla votazione prendono parte rappresentanti di tutte le specializzazioni del cinema delegati dalle sezioni regionali dell'Associazione. 
Il premio è la statuetta della vittoria alata (Nika), creata dallo scultore Sergej Mikul'skij, con riferimento anche alla protagonista femminile del film Letjat' zhuravli di M. Kalatozov, Palma d'oro a Cannes nel 1958. 
Quest'anno i premi sono andati al film Faust di A. Sokurov, che ha ricevuto anche la Nike per la regia. Gli altri film in concorso erano Belyj Tigr di K. Shachnazarov, Dirizher, di P. Lungin, Kokoko, della regista A.Smirnova e Orda di A. Proshkin. Il premio come miglior attore è andato a Anton Adasinskij per Faust, a pari merito con Maksim Suchanov di Orda. Premio per la migliore attrice è andato a Roza Chajrullina (Orda), premio miglior attore non protagonista lo ha ricevuto Andrej Panin per il film Iskuplenie (Espiazione), e quello per migliore attrice non protagonista a Tatjana Drubich per il film Poslednjaja skazka Rity (L'ultima favola di Rita). 
Per le riprese è stato premiato Jurij Rajskij, sempre per il film Orda che ha ricevuto il premio anche per le musiche. Ci sono anche altri premi, speciali, alla carriera e altri, il tutto lo si può vedere nel sito ufficiale del premio http://www.kino-nika.com/, che purtroppo è solo in russo.
Altri premi famosi in Russia sono Kinotavr, assegnato a Soci al termine dell'omonimo festival cinematografico e Zolotoj Orel (Aquila d'oro), istituito nel 2002, che premia film russi e stranieri distintisi per originalità e innovazione.
Nei prossimi giorni parleremo degli altri film in concorso, ricordiamo che A.Proshkin, regista di Orda, è già noto ai lettori del blog per aver firmato il film Chudo (Il miracolo, Storia di Zoja) e che in concorso per migliore attore c'era anche Danila Kozlovskij per Duxless.

mercoledì 10 aprile 2013

Il consiglio di oggi: Veselyje rebjata (Jolly fellows) con la Marlene Dietrich russa: Ljubov' Orlova


Il film che vi voglio consigliare oggi è una pietra miliare nel cinema sovietico. Si tratta di Veselye rebjata, tradotto in italiano come L'allegra brigata, una commedia musicale girata nel 1934 da Grigorij Aleksandrov, con le musiche del compositore Dunaevskij. Nel film esordisce una strepitosa Ljubov' Orlova (il link porta a una speciale scheda su di lei), compagna e poi moglie del regista, una vera e propria diva, spesso paragonata a Marlene Dietrich. Il tipo della Orlova era quello dell'individuo dei tempi nuovi, pieno di energia, ottimista, affascinante, allegro, pronto a marciare verso il radioso avvenire. 
Il film oggi può far sorridere, ma è sicuramente un documento da interessante da guardare, con alcune trovate davvero simpatiche e i titoli di apertura sicuramente singolari. La versione che vi proponiamo è quella di Mosfilm, la pellicola è stata restaurata qualche anno fa, ma sicuramente mostra i segni dell'età. 
La Orlova recita il ruolo di Anjuta, la domestica di una specie di casa vacanze per "Turisti disorganizzati". Nel film partecipano attivamente animali di tutti i tipi, che hanno un ruolo fondamentale nelle parti divertenti della commedia. La recitazione è molto sopra le righe, più teatrale che cinematografica, e il lieto fine è d'obbligo.

Limk al film coi sottotitoli in inglese:
Buona visione! 

martedì 9 aprile 2013

Anche a Mosca arriva la catastrofe: nella metropolitana


Non so come vi rapportiate ai film del filone "catastrofico", io abbastanza bene, mi divertono, generano adrenalina e poi si ha la consapevolezza che nessuno si è fatto davvero male. 
A febbraio 2013 c'è stata la prima del film Metro, del regista Anton Megerdichev, la sceneggiatura del quale è basata sull'omonimo romanzo di Dmitrij Safonov. Il film doveva uscire il 21 dicembre 2012, come vediamo dalla seconda locandina con la torre del Cremlino in bella vista, ma per motivi ignoti la presentazione è stata spostata al 21 febbraio di questo anno.
L'azione si svolge nella Metropolitana di Mosca, inaugurata nel 1935. A causa delle costruzioni nuove e moderne nel centro di Mosca il terreno comincia a cedere e l'acqua della Moscova inizia a penetrare nei tunnel della metropolitana, ormai incapace di sopportare il nuovo carico. Naturalmente uno dei tecnici si accorge del problema, ma, nella migliore tradizione del cinema catastrofico, non viene creduto, anche perché, caso strano, il soggetto indulge nell'abuso di alcol. 
La linea in cui si svolge l'azione è la Kol'cevaja, ovvero quella dell'anello circolare che unisce tutte le linee della metropolitana, quella che delimita il centro della città. Il guidatore distratto si accorge troppo tardi dell'infiltrazione dell'acqua e della frana, cerca di frenare ma non ci riesce, il treno esce dai binari e succede la catastrofe, molti viaggiatori muoiono sul colpo, altri riescono a raggiungere l'uscita, altri invece sono intrappolati nei vagoni e non vogliono uscire per paura che le rotaie siano ancora elettrificate.


Ovviamente la storia della catastrofe si intreccia con quella delle vittime, intrappolate nei tunnel, minacciate dall'acqua, attaccate dai topi e con al seguito l'immancabile cagnolino e chi più ne ha più ne metta.
Gli "eroi per caso" della vicenda  sono due: il medico Andrej Garin (Sergej Puskepalis foto a destra), tipo orsetto baribal e l'uomo d'affari Vlad Konstantinov (Anatolij Belyj, a sinistra) tipo invece da copertina, che, guarda caso, sono il marito e l'amante della stessa donna, la bella Irina interpretata da Svetlana Chodchenkova. La donna è al lavoro ignara, con loro nel tunnel c'è invece la figlia di Andrej e Irina, la dodicenne Ksjusha (diminutivo di Ksenija).
Gli uomini che, sanno l'uno dell'altro cominciano a manifestare una rivalità acuta (Vlad aveva visto le foto di Andrej a casa di Irina e Andrej ricordava Vlad come un vecchio compagno di corso della moglie) che si trascinerà fino alla fine.

Dopo varie peripezie, il gruppetto composta anche da un giovane e generoso cameriere, una ragazza malata di asma che continua a perdere l'inalatore e da una senzatetto alcolizzata riesce a raggiungere un luogo asciutto, un pozzo con l'uscita sulla strada, qui Andrej riesce a telefonare alla moglie, ma la salvezza è ancora lontana. Non vogliamo svelarvi il finale, diciamo soltanto che il gruppetto deve sbrigarsi a uscire dalla metropolitana perché le operazioni di consolidamento del tunnel verranno effettuate con l'azoto liquido e questo significherebbe la morte istantanea di tutti. 
Il film ricorda per certi aspetti il film Daylight, Trappola nel Tunnel del 1996 con Sylvester Stallone e Viggo Mortensen e anche gli attori russi ricordano vagamente i due attori  holliwoodiani.  Il film di oggi è sicuramente più potente dal punto di vista grafico, sono passati 17 anni, ma i rapporti umani sono quelli di sempre, vengono mostrare persone dei più diversi strati sociali e guardando il film viene da chiedersi: "E io? Come mi sarei comportato? Che reazioni avrei avuto?". 
L'importanza dei media è sottolineata e anche il fenomeno dei video, la gente nella metropolitana sta per morire ma allo stesso tempo riprende, riprende, riprende con il cellulare. 
Bellissime sono le vedute della città, il Cremlino, la Chiesa del Salvatore, il Monastero delle Vergini. ma ancor più bella è la visione di insieme, dei panorami che fanno sembrare allo spettatore di trovarsi a Mosca in quel momento, tanto le riprese sono tecnicamente perfette.
Il regista, moscovita DOC, dice di aver voluto descrivere la situazione disperata della sua città che sta diventando sempre  meno adatta per i cittadini comuni e il disastro della metropolitana è sono la punta di un enorme iceberg. 
Le impressionanti scene sotterranee sono stata ricostruite negli studi di Mosfilm e si sono utilizzate ben 140 tonnellate di acqua, d'altro canto però Mosca non ha dato il permesso di girare il film nella metropolitana per cui le riprese in metro (nei depositi e nel tunnel) sono state effettuate nella città di Samara. All'inizio si era pensato di girare a Minsk, ma dopo l'attentato dell'aprile 2011, in cui una bomba posizionata nella centrale stazione Oktjabrjaskaja aveva ucciso 15 persone, non se ne fece più nulla. 


Una chicca, il giovane aiuto macchinista Vasja, è il figlio del musicista Andrej Makarevich (chitarrista dello storico gruppo rock Mashina Vremeni). Ivan Makarevich, è attore affermato e batterista (foto a sinistra).
Adorabile, anche se forse un po' rigida nell'interpretazione, Svetlana Chodchenkova, un "incrocio" tra la bellissima Ann Frances e un'eterea Audrey Hepburn. 
Nota finale: il film secondo me è da vedere, interessante, ben fatto e anche commovente.  Aspettiamo fiduciosi i sottotitoli e magari una distribuzione italiana. Al cinema deve essere spettacolare, ne sono la prova le centinaia di recensioni e commenti entusiastici che si trovano sul Web.


lunedì 8 aprile 2013

8 aprile nel cinema russo


L'8 aprile 2008 moriva in una clinica di Mosca una attrice molto amata: Nadezhda Vasil'evna Rumjanceva.
Abbiamo già parlato di lei nel post dedicato al film Devchata, in cui la Rumjanceva aveva il ruolo di  Tosja Kislicyna 
Rumjanceva nasce  il 9 settembre 1930 nella regione di Smolensk e la sua carriera artistica inizia nel 1952. Debutta come attrice di teatro per ragazzi e contemporanemente recita in alcuni film come 
Navstrechu zhizni (Incontro alla vita, Encountering life ) del 1952 e Aljosha Pticyn vyrabatyvaet charachter (Aljosha Pticyn forgia il proprio carattere) del 1953, film per famiglie tratto dalla novella di Agnja Bartò. Qui, la Rumjanceva, che aveva già 23 anni, recita la parte di Galja, la sorella del protagonista, una ragazza adolescente. 
Sul sito di IMDb (International Movie Database) l'attrice viene caratterizzata come una specie di "incrocio" tra Gidget (un film del 1959, la storia di una ragazza "di carattere", film che iniziò la serie delle pellicole sul mondo del surf), Tammy (una serie di 4 film che ruotano intorno al personaggio di una ragazza sbarazzina, interpretata da Debbie Reynolds nel primo film e da Sandra Dee negli altri tre)  e infine Lucille Ball, più nota al pubblico italiano. E effettivamente il brio e l'iperattività che la Rumjanceva esprimeva nelle pellicole ci ricordano la giovane Debbie Reynolds. 
Accenniamo qui al ruolo di Tosja in Devchata che le diede una popolarità "pansovietica", in cui la Rumjanceva, che aveva superato la trentina, recita la parte di una ragazza che ha appena terminato, le scuole superiori  e  viene mandata al nord in uno stabilimento di taglialegna
Qui naturalmente si farà conoscere da tutta la comunità per le sue imprese sbarazzine. 
Nel 1962, sull'onda del successo ottenuto, gira in Ucraina, per gli studi A. Dovzhenko, il film Koroleva benzokolonka (La regina del distributore). La pompa di benzina presso la quale fu girato il film, che si trovava lungo la tratta Kiev-Char'kov, esiste ancora oggi. E' la storia di Ljudmila Drobryjvecher (letteralmente Ljudmila Buonasera) che deve rinunciare ai suoi sogni e lavorare come benzinaia. Nel contempo si allena per diventare pattinatrice sul ghiaccio e entrare a far parte di uno spettacolo. Poiché non dispone di ghiaccio per allenarsi compensa con i "pattini a rotelle"! Il film è ironico e a volte spassoso e ha una storia singolare: il ruolo era stato infatti prima affidato dal regista e sceneggiatore, Nikolaj Litus, a una attrice estone Terje Luik, ma la Luik fu presto estromessa perché giudicata troppo intellettuale e quindi poco adatta al ruolo. 
Al suo posto subentrò Nadezhda Rumjanceva che aveva 32 anni e recitava il ruolo di una ragazzina di 17. Anche il regista fu sostituito e fu scelto Aleksej Miscurin. Il film ebbe un enorme successo e fu visto da ben 53 milioni di spettatori in Unione sovietica. 
Dopo questi due film l'attrice recitò in una ventina di altre pellicole ma alla fine degli anni 60 per motivi familiari, smise di recitare, dedicandosi ogni tanto all'attività di doppiatrice. 
Visse molto all'estero poiché aveva sposato un diplomatico di origine armena; tornata in patria iniziò a lavorare con successo in televisione fino al 2006.  
E' morta in una clinica di Mosca all'età di 77 anni  e è sepolta al cimitero armeno di Mosca. 

Il film Koroleva benzokolonka si trova su youtube
purtroppo i sottotitoli russi sono rilevati automaticamente e quindi non sempre attendibili, di conseguenza anche la traduzione italiana non è fruibile. 



giovedì 4 aprile 2013

4 aprile, oggi nel mondo del cinema russo

Oggi voglio ricordare due avvenimenti: una nascita e una morte. Della nascita non parleremo molto, nasceva infatti il 4 aprile 1932 il regista Andrej Tarkovskij di cui ci siamo occupati nel post dedicato al film lo Specchio, mentre il 4 aprile 1985, a soli 42 anni moriva una regista che ci ha lasciato alcuni dei film più struggenti degli anni 80, tra cui il famoso  Pacany* (Ragazzi). Lei è Dinara Asanova, nata a Frunze (Kirghisja,  oggi  Bishkek).

Dopo la scuola la Asanova cominciò a lavorare nel cinema come attrice, in seguito terminò la facoltà di regia del VGIK (Università statale pan-russa di cinematografia intitolata a S.A. Gerasimov) a Mosca, sotto la direzione di M.I. Romm e A.B. Stoller  e ebbe compagni di corso come Govoruchin e Solov'ev. 
Nel 1970 dirige il cortometraggio Rudol'fio tratto dall'omonimo racconto di V. Rasputin e nel 1974 esce Ne bolit golova u djatlja (Non fa male la testa al picchio) girato presso gli studi Lenfilm e dedicato a un ragazzino sui generis Seva Muchin detto Mucha, e alle sue passioni: per la musica, in particolare per il jazz, e anche per una ragazzina, Ira, con la quale ha un rapporto tenero e allo stesso tempo  movimentato.
Del 1976 è Kljuch bez prava peredachi (La chiave che non può essere ceduta) con l'attrice Elena Proklova. E' la storia di una insegnante e del rapporto privilegiato che ha con la sua classe, cosa che provoca le invidie dei colleghi meno dotati e comunicativi. Il titolo viene da una frase pronunciata da una delle allieve della giovane insegnante: "le è stata consegnata la chiave del cuore della classe e non ha il diritto di darla a qualcun altro".  Spesso la Asanova dedicava i suoi film ai giovani, al loro sviluppo affettivo e intellettuale e cercava gli attori direttamente nelle scuole e addirittura per strada e quelli che sceglieva spesso avevano una sofferenza in volto. Di lei dicevano che in ogni suo film non studiava solo l'Uomo, ma cercava di indagare le cause della felicità e del dolore, della sofferenza dell'animo umano. Ebbe spesso problemi con la censura perché le persone da lei descritte erano ben lontane dal soddisfare il canone dell'uomo-eroe sovietico. 
Benché le storie siano soprattutto dedicate a adolescenti e giovani i problemi sono affrontati con un approccio assolutamente non infantile e il cinema dell'Asanova non può essere definito semplicisticamente cinema per la gioventù. 
Un altro film importante fu Zhena Ushla (La moglie lo ha lasciato) del 1979, prodotto sempre da Lenfilm. E' la storia di Aleksandr Kljuev un uomo che pensa di avere una famiglia perfetta con una bella moglie e un figlio non problematico e invece un bel giorno, senza spiegazioni, la moglie se ne va di casa abbandonando marito e figlio. L'attore Dmitrij Savel'ev, che impersonava il figlio della coppia, racconta che nel film avrebbero dovuto recitare Marina Vlady con il marito Vladimir Vysockij. Purtroppo la sceneggiatura fu approvata con ritardo e l'occasione di far recitare i due noti attori svanì perché Vysockij era andato a lavorare a Odessa con il regista Govoruchin nella miniserie The meeting place cannot be changed http://cinemarusso.blogspot.it/2013/03/29-marzo-oggi-nel-cinema-russo.html . Al loro posto recitarono Elena Solovej e Vladimir Prijomychov (nella foto a sinistra ). Praticamente tutto il film fu girato nell'appartamento della regista  e per questo la Asanova ebbe una bella lavata di capo perché l'appartamento era considerato troppo lussuoso per un cittadino sovietico qualunque. 

E parliamo adesso del film Pacany, girato due anni prima della morte della regista, nel 1983. Adolescenti pieni di problemi, ladruncoli, bevitori e fumatori a partire dalle prime classi elementari sono i protagonisti di questo film, che si apre come un documentario con interviste a alcuni giovani sul senso della vita. 
Anche qui recita Vladimir Prijomychov che è il direttore di una specie riformatorio in cui viene condotto un giovane delinquentello, Vova Kireev proveniente da una situazione disastrata. Poiché è estate i ragazzi del "riformatorio" lavorano nei campi e l'unica distrazione sono delle serate danzanti alle quali tutti partecipano volentieri. Una sera il direttore si accorge che alla festa manca Vova, direttosi in città a vendicare la sorella che era stata offesa dal padre e si era avvelenata col gas. Tutto il "riformatorio" si precipita quindi a cercare Vova, dimostrando così un grande affiatamento. Il film è drammatico ma ha dei motivi divertenti che si mescolano alla storia, e sono ispirati al film di Inessa Selezneva "Vashi prava?" (Mi dia la patente) del 1974 i cui protagonisti sono un gruppo di ragazzini che presa la macchina di un conoscente si recano fuori città e ne combinano di tutti i colori.


Nel 1985 la Asanova si recò con la troupe a Murmansk per girare il film Neznakomka (La sconosciuta), il giorno 4 aprile fu trovata morta nel suo studio, causa della morte fu un generico "arresto cardiaco". 
Il film in lavorazione non fu mai terminato. In seguito la salma della regista fu riportata in Kirghizia e là  fu sepolta. 


Quasi tutti i  film di cui abbiamo parlato sono su Youtube purtroppo però senza sottotitoli.
Pacany
https://www.youtube.com/watch?v=SluGYV1xPEY&wide=1
Ne bolit golova u djatlja
https://www.youtube.com/watch?v=9qFzlNAQ9Q8&wide=1
Kljuch bez prava peredachi
https://www.youtube.com/watch?v=BI0PLX4eBNw&wide=1


*Ricordiamo che la pronuncia della c traslitterata è ts, di conseguenza la pronuncia è Patsany (l'accento sulla Y). 

Mosca nel cinema (3a parte)



Novaja Moskva, La Nuova Mosca è il titolo di una commedia uscita nel 1938. Il regista è Aleksandr Medvedkin, il protagonista, Aljosha, è  interpretato da Daniil Sagal.
Il film non ebbe molto successo nelle sfere ufficiali, anzi rimase per anni in archivio, infatti il film che avrebbe dovuto raccontare la nuova Mosca in realtà ci fa rimpiangere quella vecchia che è stata annientata per sempre.
Il soggetto è semplice il giovane Aljosha (Sagal), un ragazzotto siberiano che vuole diventare architetto urbanista,  ha  creato un progetto per una Mosca del futuro e lo vuole proporre alle più alte autorità della capitale. Vuole infatti mostrare quale sarà la nuova Mosca dopo i cambiamenti, voluti da Stalin, che videro la distruzione del mercato (Ochotnyj rjad) adiacente alla piazza Rossa, la distruzione del quartiere di  Zarjad'e, dove in seguito sarebbe sorto il famigerato Hotel Rossija e la demolizione della Cattedrale del Salvatore fatta esplodere nel 1931. Suo contraltare è il pittore Fedja (Pavel Suchanov), un paesaggista che non riesce a terminare i suoi quadri perché gli edifici vengono demoliti a ritmo sostenuto e egli non riesce a fissare le costruzioni sulla tela. Egli dice: "Oggi non fai in tempo a dipingere e domani non c'è più niente. O distruggono tutto oppure costruiscono qualcosa. Mosca si muove come il vento!". In un episodio, mentre  una delle protagoniste pronuncia la frase: "Ecco la casa di mia sorella", la vecchia villetta viene fatta saltare in aria e subito, dietro a una nube di fumo, si materializza al suo posto una struttura in granito. In un altro episodio una casa è portata via con gli abitanti all'interno che strepitano e cercano di saltare dalla finestra. 
Secondo lo studioso di cinema Oleg Rassochin, La Nuova Mosca è importante soprattutto come documento storico e anche perché vengono rappresentati gruppi di persone che manifestano contro la distruzione della città voluta da Stalin. Il film non uscì neppure nelle sale, forse perché mostrava in modo troppo aperto la distruzione della capitale e anche la raffigurazione di manifestanti contro le decisioni del dittatore, e questo sicuramente non era un tema che poteva essere reso pubblico. Tutti dovevano essere d'accordo. Secondo alcune voci, Stalin avrebbe fermato l'uscita del film nelle sale anche per colpa dell'attenzione rivolta a Lenin, mostrato sempre insieme a Stalin, e infine svettante sul tetto del Palazzo dei Soviet nel culmine del modello di Aljosha. Il palazzo dei congressi, altissimo, imponente avrebbe dovuto trovarsi al posto della Cattedrale del Salvatore, ma di fatto non fu mai realizzato. 
Le zone che appaiono nel film sono soprattutto quelle intorno al Cremlino, qui, a metà degli anni 30, furono costruiti i primi "mostruosi monumenti sovietici in granito" (Cfr. Rassochin, Mosca nel cinema), tra essi l'edificio del Gosplan (Ora Duma nazionale, illustrazione in alto)   e l'hotel Moskva (illustrazione qui a destra) costruito tra il 1933-35 (demolito nel 2004). Si vede anche una parte della Via Gor'kij, un tempo via Tverskaja e che oggi ha ripreso questo nome; era infatti la strada che conduce a Tver' (in epoca sovietica Kallinin), cittadina a circa 200 km a nord della capitale.

Quando Aljosha arriva a Mosca dalla Siberia usa la metropolitana, al tempo era già aperta la stazione Komsomolskaja. La stazione si trova nella piazza delle tre stazioni (Leningradskij, Jaroslavskij e Kazanskij, con tutta probabilità i "siberiani" erano arrivati dalla stazione di Kazan'). Viene mostrata anche la biblioteca Lenin dove viene reclamizzato il film sul progetto della nuova Mosca. Moltissimi spettatori vogliono vedere la Mosca del futuro ma mentre si proietta il film ecco che si verifica un guasto al proiettore, la pellicola torna indietro e noi vediamo la Mosca di un tempo con le sue ville, i suoi quartieri e le sue chiese ormai distrutti. Il pubblico ridacchia (purtroppo non c'è niente da ridere, lo spettatore di oggi vede questa scena con occhi totalmente diversi), alla vista di una città così "poco moderna". 

Riparato il proiettore, Aljosha torna a mostrare la Mosca della seconda metà degli anni 30 e il tutto si conclude con il Palazzo dei Soviet sovrastato dalla statua enorme di Lenin del quale qui a sinistra vediamo un bozzetto (doveva sorgere al posto della Chiesa del Salvatore). Il Palazzo non fu mai terminato, venne costruita una base che però. durante la seconda guerra mondiale fu però spogliata delle infrastrutture metalliche che vennero utilizzate a fini bellici. Alla fine il progetto fu rimandato e il palazzo fu costruito in tono minore all'interno del Cremlino nel 1961. 
Prima della ricostruzione della Chiesa del Salvatore nello stesso luogo nel 1960 fu costruita la piscina "Moskva", all'aperto con acqua riscaldata. I moscoviti potevano fare il bagno anche in pieno inverno. Dagli spogliatoi, attraverso un tunnel si entrava a nuoto nella piscina di forma circolare. Il vapore che si formava e aleggiava quasi sempre sopra la piscina causò però notevoli danni alle costruzioni circostanti, i primi a lamentarsi furono i curatori del Museo Pushkin proprio davanti al quale la piscina si trovava. La direzione del museo infatti protestava affermando che l'umidità rovinava le collezioni. La piscina fu demolita nel 1994 e al suo posto fu ricostruita, secondo i bozzetti originali, la Chiesa del Salvatore.





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