venerdì 29 marzo 2013

E' iniziato il festival del cinema russo online


E' iniziata la rassegna del cinema russo on-line “Dubl Dv@”.  Dal 26 di marzo 2013 si potranno vedere
gratuitamente in internet film russi che non sono entrati nel circuito ufficiale della distribuzione. Basta entrare nel sito  http://d2.rg.ru e si avrà la possibilità di assistere a nuove pellicole, opere soprattutto di registi emergenti. I film possono essere visti online per 48 ore. La manifestazione, organizzata dal quotidiano Rossiyskaya Gazeta, chiuderà il 12 aprile.
Tutte le opere sono soltanto in lingua russa a eccezione de L'esilio di Andrej Zvjagincev e Anna Karenina di S. Solov'ev che avranno i sottotitoli in inglese. 


link alla pagina facebook dell'evento: http://www.facebook.com/events/155089607986706/

fonte: http://russiaoggi.it/articles/2012/04/17/su_internet_la_seconda_vita_del_cinema_russo_15270.html

giovedì 28 marzo 2013

29 marzo oggi nel cinema russo...



Il 29 marzo 1936 nasceva nella regione di Sverdlovsk (l'attuale Ekaterinburg)  Stanislav Govoruchin, attore, regista, oggi impegnato in politica con il partito Edinaja Rossija. 
Terminata la facoltà di geologia all'Università di Kazan', dopo aver lavorato per un certo periodo come geologo si dedicò alla regia e cominciò a lavorare alla televisione di Kazan'. Ripresi gli studi, dopo aver terminata la facoltà di regia iniziò a lavorare agli studi cinematografici di Odessa. 

Dal 1987 lavora presso Mosfilm. 
Nel 1979 gira Mesto vstrechi izmenit' nel'zja (The Meeting Place Cannot Be Changed) , ambientato a Odessa con la partecipazione di Vladimir Vysockij. Il film racconta dell'operazione intrapresa a Odessa  nel 1945 dalla sezione della polizia criminale di Mosca nel 1945, per sgominare la banda che terrorizzava la città e si faceva chiamare Cernaja Koshka (Gatto nero). La prima puntata andò in onda nel novembre del 1979. Il film, diventò ben presto di culto; ricordiamo che il protagonista è interpretato da Vladimir Vysockij.
Alla fine degli anni ottanta girò il film Aleksandr Solzhenicyn, una intervista al famoso scrittore.
Nel 2000 si candidò alla presidenza della Russia ma ebbe solo lo 0,44 % dei voti. 
La sua carriera politica, prima orientata a sinistra, ora ha cambiato diametralmente  direzione. Infatti Govoruchin è stato anche a capo della campagna per la rielezione di Putin a presidente. 

Link al film 

Buona visione!




28 marzo, oggi nel mondo del cinema



Il 28 marzo del 1925 in Siberia nella provincia di Tomsk, nasceva Innokentij Smoktunovskij, attore di cinema e di teatro, di origine polacca. Secondo le parole dell'attore, la famiglia ( Smoktunowicz) fu mandata in Siberia nel 1861 per colpa di un bisbisnonno che aveva ucciso un bisonte europeo, qualcuno fece la spia e ecco che la famiglia venne esiliata. 
A teatro Smoktunovskij fu il Principe Myshkin (L'idiota di Dstoevskij) , Ivanov dell'omonima pièce di Cechov e Porfirij ne I signori Golov'lev di Saltykov Scedrin. 
Al cinema recitò nei ruoli di Amleto nel 1964, Chajkovskij e nella commedia Beregis' Avtomobilija (Attenti alle macchine) di Rjazanov di cui abbiamo parlato nel post di Mosca nel cinema.  
A sinistra vediamo il manifesto cinematografico per Amleto. 
Muore a Mosca nel 1994. 





Mosfilm ha pubblicato il film su Chajkovskij coi sottotitoli inglesi

1a parte
2a parte

Buona visione!

mercoledì 27 marzo 2013

27 marzo, oggi nel mondo del cinema russo


Il 27 marzo 1939 nasceva il regista Viktor Titov (muore il 4 agosto 2000 a San Pietroburgo), famoso per il film Zdravstvujte, ja vasha tjotja ( Hello, I'm Your Aunt!), commedia musicale il cui protagonista recita en travesti una ricca signora. Il film, girato nel 1975, ebbe un enorme successo. 





Potete vedere il film coi sottotitoli inglesi

2a parte  https://www.youtube.com/watch?v=3FQDHLsIerw&wide=1

Buona visione!

martedì 26 marzo 2013

Forse non tutti sanno che... i russi a Cannes (1946)

Nel 1939 nacque, in contrapposizione alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, il Festival internazionale del cinema di Cannes. La manifestazione fu fortemente voluta dal ministro Jean Zay contrario alle ingerenze politiche nel festival veneziano (ricordiamo che a trionfare nel 1938 erano stati Olympia di Leni Riefensthal e il film Luciano Serra pilota, di Goffredo Alessandrini (sceneggiatura di  Alessandrini, Roberto Rossellini e Fulvio Palmieri, supervisionato da Vittorio Mussolini) che ebbe la coppa Mussolini per il miglior film italiano.

Il festival francese fu indetto per il settembre 1939 ma l'entrata in guerra della Francia il 3 settembre fece chiudere la manifestazione con grande anticipo. La prima vera edizione è quindi considerata quella del 1946, nella quale il Gran Premio fu attribuito a ben 11 film, tra cui al nostro Roma città aperta, di Roberto Rossellini. All'epoca non era ancora stata istituita la Palma d'Oro che comincerà a essere assegnata a partire dal 1955 al 1963 e poi ancora dal 1976. 

Ma tutto questo cappello è stato fatto per dire che a quella manifestazione parteciparono ben sei film russi. Il primo è Glinka di  Leo Arnshtam in cui sono descritte l'infanzia del famoso compositore, il viaggio in Italia, la stesura dell'opera Ivan Susanin che dallo stesso imperatore fu ribattezzata Una vita per lo zar e descrive anche il rapporto che il musicista ebbe con Aleksandr Pushkin. Ricordiamo anche Kamennyj cvetok (Il fiore di pietra), di Aleksandr Ptushko, tratto da una favola di P. Bazhov, il cantore degli Urali e delle loro pietre preziose. Girato nel 1945 è Zdravstvuj Moskva (Hello Moscow) di Sergej Jutkevic, la storia di una fisarmonica che passa di mano in mano dalla rivoluzione del 1905, il film ha molti numeri musicali e di ballo. 
Accanto a questi film di tono più leggero vennero presentate altre pellicole di tematica drammatica, afferente alla guerra appena conclusa,  per esempio Chelovek 217 (Girl nr. 217) di Michail Romm. La storia ha luogo nel 1942, protagonista è la giovane Tanja che viene deportata in Germania col numero identificativo 217. Tanja lavora dal droghiere Krauss dal quale lavora anche il giovane Sergej un matematico anche egli deportato. I due cominciano a aiutarsi e in comune hanno un grande sogno: scappare e tornare in patria. Sergej però viene ucciso dal figlio di Krauss  aiutato da un complice, Tania così  decide di vendicare l'amico.
Il film Zoja di Leo Arnshtam (secondo film in concorso per il regista) racconta la reale vicenda di Zoja Kosmodemjanskaja, una ragazza, la cui vicenda era nota a tutti gli scolari dell'Unione Sovietica, che all'inizio della 2a guerra mondiale divenne partigiana e fu uccisa da tedeschi nel 1941.

L'ultimo film a partecipare alla selezione è Velikij Perelom (La grande svolta)  di F. Ermler. Si narra qui della battaglia di Stalingrado (mai nominata però) e della tattica del generale Murav'ev (personaggio di fantasia); il film girato dal punto di vista delle alte sfere militari, con grande introspezione psicologica, è capace di trasmettere la tensione estrema del momento (il film fu ridistribuito nel 1967 e qui fu tolta la scena in cui Stalin elogia Murav'ev). Il film a Cannes ebbe il Gran Premio, che per quell'anno fu attribuito a 11 film di altrettante nazioni, e in patria fu accolto da un enorme successo di critica e di pubblico.


lunedì 25 marzo 2013

Lo specchio di Tarkovskij, in HD e con sottotitoli italiani


Il canale Mosfilm ha pubblicato recentemente in versione HD il film Lo specchio (Zerkalo)  di Andrej Tarkovskij (1932-1986), girato nel 1974. 
Il film ha i sottotitoli in inglese ma, grazie alla nuova funzionalità beta di youtube, i sottotitoli (inglesi in questo caso) possono essere automaticamente tradotti in italiano dall'utente. Abbiamo verificato la coerenza di questi nella prima parte del film e possiamo dire che ci sembrano adeguati, ovviamente ci aspettiamo la possibilità di discrepanze in alcuni luoghi, ma si tratta comunque di una conquista notevole nella diffusione del cinema russo e sovietico in Italia. 
Per attivare questa modalità basta andare sulla schermata youtube del film, selezionare il riquadro sottotitoli (la prima delle funzionalità nella barra sotto il video). Da lì selezioniamo traduci sottotitoli si aprirà una finestra di dialogo con indicate le varie lingue su campo rosso, selezioniamo italiano e ora abbiamo i sottotitoli italiani per il nostro film.

Tornando a Lo specchio possiamo dire che si tratta di un film sull'infanzia e su quello che abbiamo perduto, su come il nostro vissuto bambino si riflette su tutta la nostra vita e le nostre azioni. E' qui narrata la storia di Aleksej del suo passato e del suo futuro e che si snoda su tre livelli temporali: prima, durante e dopo la II guerra mondiale. Nel film si intrecciano sogno e realtà, passato e presente. Quello che il ragazzo ricorda di più sono la madre, la vita in campagna e la separazione dei genitori. 
Non vedremo nel film Aleksej adulto, ma ascolteremo solo la sua voce (che è la voce di I. Smoktunovskij). E, proprio come i suoi genitori che  hanno divorziato, anche Aleksej si separa dalla moglie Natal'ja. Da notare è come la stessa attrice, Margarita Terechova, impersoni sia la madre che la moglie di Aleksej, un chiaro riferimento all'edipicità di tale rapporto. 
Il film è inframmezzato da spezzoni di documentari riguardanti la guerra civile di Spagna, la seconda guerra mondiale, i conflitti sul confine con la Cina, il tutto accompagnato dai versi di Arsenij Tarkovskij, padre del regista che in questo film legge i propri versi, la colonna sonora è classica con musiche di Purcell e Bach.

Tarkovskij è noto in Italia anche per altri film, tra cui L'infanzia di Ivan (Ivanovo Detstvo. Leone d'Oro a Venezia nel 1962), Solaris uscito nel 1972, da ricordare anche Nostalghija girato con Tonino Guerra (sceneggiatura), del 1983, film che pur avendo alcune parti deboli, e considerato dalla critica non perfettamente riuscito, ebbe il Gran premio della giuria a Cannes.
Tarkovskij è anche famoso per essere stato un dissidente, infatti nel 1982, trovandosi in Italia per ritirare un premio, insieme con la moglie Larisa decide di non tornare più in Unione Sovietica, cosa che in patria sollevò enorme scandalo; il figlio di Tarkovskij poté unirsi ai genitori solo all'inizio del 1986, grazie al presidente Mitterand che perorò la causa del regista con Michail Gorbacjov. 
Il suo ultimo film, visionario e mistico, Il sacrificio, è girato in Svezia, grazie anche all'interessamento del regista Ingmar Bergman. Sarà il suo ultimo film; a Cannes ebbe quattro premi, ma non la Palma d'Oro, il che fece gridare allo scandalo. 
Tarkovskij muore a Parigi nel 1986, distrutto da una grave malattia. E' sepolto a Parigi nel cimitero di Saint-Genevieve-du-Bois.

Link al film: https://www.youtube.com/watch?v=9Yn9q25NWAw

Buona visione!

Andrej Arsenevic Tarkovskij in “Enciclopedia del Cinema” – Treccani

Andrej Arsenevic Tarkovskij in “Enciclopedia del Cinema” – Treccani

Qui troverete notizie più esaustive su Tarkovskij anche se con qualche refuso nei nomi; il titolo russo de Il sacrificio è Zhertvoprinoshenie (secondo la traslitterazione anglosassone che è quella usata in questo blog).

giovedì 21 marzo 2013

I migliori film-horror prodotti in Unione Sovietica e Russia (1a parte)


Peregrinando per il web ci siamo imbattuti in un blog decisamente interessante e atipico per la Russia:
http://uzhasnyiblog.ru, scritto ovviamente in russo, e, a attrarre la nostra attenzione è stato in particolare il post Rossijskie fil'my uzhasov, ovvero film russi horror. Come già detto nel post precedente sull'horror film festival svoltosi a Mosca all'inizio di marzo, questo genere non è molto diffuso oggi in Russia. L'autore di uzhasnyjblog (a proposito in russo uzhas è l'orrore, uzhasnyj il suo aggettivo) però scava nel passato e fa una carrellata di film russi che possono essere definiti dell'orrore. 

Il primo a essere citato è la riduzione cinematografica di un racconto di Gogol', il Vij : L'autore dell'articolo dice ironicamente (traduco): "E' ancora più spaventoso guardare un film che descrive avvenimenti che hanno avuto luogo proprio nella tua città o non lontano da essa. Tra l'altro i realia russi di per sé sono un horror di prima classe". Facendoci intendere che il terreno russo potrebbe essere particolarmente fertile per lo sviluppo del genere!
Il Vij è la storia di un seminarista Choma Brut (interpretato dall'attore Leonid Kuravljov) che ha ucciso per errore una strega, chiamato a vegliare per tre notti un morto si accorgerà ben presto che il defunto è  la giovane strega (Natal'ja Varlej) da lui uccisa. Choma affronterà in quei giorni creature del male in quantità e alla fine il Vij in persona.
Così è descritto il mostro-Vij nel racconto di Nikolaj Gogol' (1835): "E ecco scendere il silenzio nella chiesa; da lontano si intendeva un lupo ululare e ben presto cominciarono a sentirsi dei passi pesanti che rimbombavano nella chiesa (gli spiriti) accompagnavano una creatura gigantesca dalle fattezze umane, tozza e corpulenta, tutta coperta di terra nera. Piedi e mani, coperte di terra, erano simili a radici nodose. Avanzava pesantemente indugiando di tanto in tanto. Le palpebre erano abbassate e arrivavano fino a terra. Choma notò con terrore che il viso era di ferro. Lo condussero sottobraccio fino al posto in cui era Choma: -Sollevatemi le palpebre non ci vedo, - disse il Vij con voce cavernosa. ..."*.

Il film fu girato nel 1967 e ebbe un grande successo con oltre 30 milioni di spettatori. Pare che l'idea di girarlo fosse venuta a Ivan Pyr'ev (Le notti bianche), che all'epoca era direttore di Mosfilm, il quale affidò l'incarico a due giovani studenti: Konstantin Ershov e Georgij Kropacjov. Il lavoro dei due entusiasti novellini venne ridimensionato dal regista Aleksandr Ptushko che tagliò alcune scene ritenute troppo realistiche. Il film fu girato in Ucraina in una chiesa autentica che è bruciata completamente nel 2006. La strega è interpretata da Natalja Varlej famosa per il ruolo della "prigioniera del Caucaso" nel film di Leonid Gajdaj "Una Vergine da rubare", dopo questo ruolo la Varlej fu abbandonata dal pubblico che la aveva tanto amata nel film dell'anno precedente e per quattro anni non interpretò nessun ruolo al cinema. 



Nel 1991 esce un altro film di ispirazione letteraria P'juscije krov' (Bevono il sangue), tratto dalla novella Upyr' (Il vampiro di Aleksej Tolstoj, tradotto in italiano, ormai fuori catalogo, ma sicuramente reperibile in biblioteca per chi potesse essere interessato). 
Nel film recita Marina Vlady, attrice russa emigrata in Francia, famosa, oltre che per i suoi  film e la sua bellezza, per essere stata la moglie di Vladimir Vysockij. Prodotto da Lenfilm con la regia di Evgenij Tatarskij narra la storia del principe Runevskij, invitato nella casa della proprietaria terriera Sugrobina (il nome è un programma, nel cognome infatti vediamo la parola grob che in russo è la cassa da morto!) accetta l'invito poiché si è invaghito della nipote della proprietaria, la bella Dasha.. L'atmosfera nella casa e davvero strana e ben presto il principe si renderà conto che intorno a lui ci sono soltanto vampiri.
Il film è stato giudicato di fatto molto meno pauroso della novella originale e sicuramente girato in atmosfera di austerità con risparmio su costumi e ambientazioni, per non parlare del deficit di pellicola per cui molte scene erano "buone alla prima". A tratti noioso, il film si salva per la recitazione di Marina Vlady, che è la proprietaria terriera Sugrobina. Il potenziale del racconto di Tolstoj non è stato sicuramente sfruttato, possiamo solo sperare in un remake.

E per oggi citiamo un altro film Gongofer del 1992, del regista Bach'it Kilibaev, autore anche della sceneggiatura.
Il film inizia come una qualunque commedia del periodo della perestrojka e poi gira di bordo e fa rotta sul versante mistico. E' la storia di Kol'ka , un ragazzo sempliciotto che si reca a Mosca col nonno per acquistare un toro.
Ben presto la situazione precipita e il protagonista viene a trovarsi in un vero e proprio incubo. Il tutto condito con la musica del gruppo musicale Nol' (Zero).

La città di Mosca è in preda alle forze del male, i nuovi ricchi sono visti come creature maligne che fanno quello che vogliono con le persone normali, si tratta di una specie di metafora del mondo ingiusto che sarebbe venuto...Non si riesce a raccontare la trama del film che vive di immagini e che forse può non piacere agli amanti di questa tipologia perché non ha tutta la violenza, il sangue e gli effetti  speciali di altri film del genere, anzi sembra composto da una serie di scene slegate le une dalle altre. E' comunque imperdibile in primo luogo per chi si vuole fare un'idea di questa produzione in Russia. e  anche per l'avvenenza della protagonista: Ekaterina Kmit.




*La traduzione è nostra. 














mercoledì 20 marzo 2013

Le "premières" del mese (aprile 2013)


Diamo un'occhiata ai film in uscita a aprile nelle sale cinematografiche russe. Premettiamo che ci occuperemo solo di film russi di cui daremo alcune indicazioni, riservandoci una recensione futura  per i casi più interessanti. Il primo film in uscita a aprile si intitola Una vita lunga e felice (Dolgaja i schastlivaja zhizn'), del regista Boris Chlebnikov, attori Aleksandr Jacenko, Anna Kotova. E' la storia di un uomo d'affari e della sua voglia di crearsi una vita diversa. Sasha, questo il nome del protagonista riorganizza un ex-sovchoz, avvalendosi anche della manodopera dei contadini della zona. Ben presto un investitore comincia prima a interessarsi, poi a minacciare l'attività di Sasha, che si troverà a lottare contro i soprusi dell'antagonista e contro la corruzione delle autorità locali. Il film, che può essere definito un dramma sociale, è entrato nel programma del film-festival di Berlino (63a edizione) tenutosi a febbraio di quest'anno. Il titolo del film si ispira all'omonima canzone di Egor Letov del gruppo Grazhdanskja oborona (Protezione civile). Il regista Chlebnikov dice che questa storia non è una rarità nel panorama attuale e che lo spettatore russo non farà fatica a riconoscere realtà non troppo lontane. In un certo senso si può intravvedere una vicenda simile a quella dell'holliwodiano Mezzogiorno di fuoco


Tutt'altra storia racconta invece il film Legenda n. 17 (Leggenda nr. 17) dedicata alla nazionale di Hockey russo che nel 1972 in Canada  giocò la superserie (Summit series) contro una squadra formata da professionisti canadesi della National Hockey League. Gli incontri avrebbero dovuto essere amichevoli, ma di fatto si scatenò una vera e propria rivalità tra le due nazioni. Il film, regia di Nikolaj Lebedev', prodotto da Nikita Mikalkov, in uscita il 18 aprile, racconta la storia del primo incontro svoltosi a Montreal il 2 settembre 1972 e terminato col punteggio eclatante di 7 a 3 per l'Unione Sovietica.  Proprio da questa partita inizia la fama mondiale sia della nazionale sovietica, allenata da Anatolij Tarasov, sia del suo uomo di punta Valerij Charlamov che in quel match segnò ben 2 punti. Charlamov, considerato in patria un vero e proprio eroe, morì in un incidente stradale a soli 33 anni, nove anni  dopo gli avvenimenti narrati nel film. A interpretare il leggendario atleta è stato chiamato Danila Kozlovskij (l'attore di Duchless) mentre il ruolo dell'allenatore Anatolij Karasov è interpretato da Oleg Menshikov.

Altro film in arrivo, di tematica totalmente diversa è 12 mesjacev (12 mesi) , regia di Aleksandr Barshak con Ivan Dorn, Artur Smol'janinov e Ekaterina Guseva. Ritorniamo qui alla commedia leggera che abbiamo visto in Zolushka, viene qui narrata la storia di Masha Smirnova, una giovane col desiderio di conquistare Mosca, e Masha non è la prima e non sarà nemmeno l'ultima a coltivare questo sogno. Qui però a aiutare la ragazza c'è un libro fatato: I dodici mesi, appunto, che le permette di realizzare i propri sogni tra cui sono da annoverare una pelliccia di lusso (ahimé dobbiamo proprio dirlo), un appartamento a Mosca, l'amore e una carriera scintillante nel mondo dello spettacolo. Sembra tutto molto facile, ma in realtà ogni desiderio di Masha che si avvera provoca danni ai suoi familiari. Masha dovrà ora cercare di porre rimedio al tutto, senza però rinunciare ai suoi sogni.

E per ultimo abbia lasciato un film di animazione Pechat' carja Salomona (Il sigillo di Re Salomone) che incarna le migliori tradizioni delle fiabe, de Le mille e una notte  e le fonde con le avventure di Tom Sayer e Huckleberry Finn. Un genio è chiuso dalla notte dei tempi in un anfora arrivata fino ai nostri giorni,  liberato però porta con sé anche il principio del male, uno spirito malvagio che è ben determinato a distruggere la civiltà umana e a far sprofondare il mondo nel caos.  L'animazione è tradizionale, ma si tratta, almeno a giudicare dai trailer di un buon prodotto, decisamente curato nella storia e nei disegni. La regia è di Vladlen Barbe e tra i doppiatori possiamo citare Dmitrij Djuzhev, il  Cosmo della serie culto Brigada. (anche Ekaterina Guseva che recita ne I dodici mesi aveva un ruolo di primo piano nel film, ovvero la moglie di Sasha Belov, il capo mafioso). 




Ci risentiamo a fine aprile per le "premières" di maggio!



lunedì 18 marzo 2013

Un museo dedicato a Andrej Panin

E' di oggi la notizia che l'Università di Kemerovo (Siberia sud-occidentale), organizzerà un museo dedicato a Andrej Panin, l'attore infatti, originario di Novosibirsk, si trasferì con la famiglia prima a Celjabinsk e poi a Kemerovo. L'inaugurazione del museo avrà luogo a maggio durante il locale Festival del Teatro.  I visitatori potranno vedere fotografie dell'attore ai tempi della scuola e dell'istituto superiore, suoi documenti, lettere e altre cose, tra cui le foto dell'incontro avvenuto nel 2010 tra l'attore e gli studenti. Parte dei materiali sono stati forniti da Elena Popychina, compagna di studi di Panin, altri provengono dall'archivio dell'Istituto. Si sta anche valutando la possibilità di indire un premio dedicato all'attore per lavori di regia. Probabilmente il premio verrà attribuito ogni anno. 
Ricordiamo che l'attore è deceduto all'inizio di marzo a Mosca in circostanze poco chiare.  Il suo ultimo lavoro Geteri majora Sokolova (Le etère del maggiore Sokolov)  girato a Jalta sul Mar Nero, a Pietroburgo e a Vyborg, racconta la storia di donne utilizzate come spie alla vigilia della seconda guerra mondiale e scelte proprio dal maggiore Sokolov, ruolo interpretato da Panin. Il film è quasi terminato e verrà trasmesso dal primo canale della Televisione russa. 

sabato 16 marzo 2013

Brat: nostalgia per il passato, nostalgia per Sergej Bodrov...


Nel 1996 esce un film che ha avuto un impatto notevole in Russia e all'estero per vari motivi che vedremo. Si tratta di Brat (Brother) del regista Aleksej Balabanov. Il film, presentato anche al Festival di Cannes nel 1997, narra la storia del giovane Danila Bagrov, figlio di un poliziotto, che, tornato a casa dopo il servizio militare in una non ben identificata cittadina di provincia, non ha lavoro e nessuna prospettiva. Viene quindi mandato dalla madre a San Pietroburgo dal fratello maggiore Vitja, fratello che pare abbia fatto una fortuna in città. In realtà il fratello, detto Tatarin, è solamente un criminale di mezza tacca

giovedì 14 marzo 2013

Anche Mosca ha il suo horror-film festival!



In Russia dal due anni a questa parte si tiene un festival di cinema horror "Kaplja" (Goccia). Questo tipo di film che in Unione Sovietica era proibito seppur in via non ufficiale, ha oggi parecchi estimatori anche in  Russia, nonostante il genere nel paese non sia, forse proprio per la mancanza di tradizione, evoluto come in altri paesi. Scopo del festival non è solo quello di incentivare la produzione di film horror in patria, ma anche quello di far conoscere ai russi la migliore produzione di altri paesi e infatti in tutte le edizioni sono stati invitati parecchi ospiti stranieri tra registi e attori.

Il festival quest'anno è arrivato alla terza edizione, i premi sono stati consegnati all'inizio di marzo (1-2-3 marzo). durante una solenne cerimonia, tenutasi in un teatro moscovita introdotta dalle musiche dei film di Hitchcock eseguite dall'Orchestra "Kremlin". Il premio per il miglior film di animazione-horror è andato a Frankeweenie di Tim Burton, per la miglior commedia horror a Piranha 3DD di John Gulager; il premio per miglior film russo è andato a Il cacciatore di vampiri, prodotto da Timur Bekmambetov, lo stesso de I guardiani della notte (Nochnoj dozor, del 2004). Il riconscimento per il miglior film straniero invece è stato attribuito a Brad Parker, in concorso con Chernobyl Diaries- La mutazione (Zapretnaja zona) in cui si narra l'avventura horror di un gruppo di turisti estremi alla centrale nucleare di Cernobyl e alla vicina città fantasma di Pripjat', tema non di fantasia, visto che di fatto in questi anni la zona è diventata meta di viaggi, organizzati e no. 

Hanno ricevuto riconoscimenti anche i film Konechnaja ostanovka, (L'ultima fermata), regista Arsenij Gonchukov, Bloger (Il blogger) un film trash-horror di Andrej Ezerov e tra gli stranieri  Silent Hill: Lost Innocence.

Tra i premiati ci sono anche due italiani Marco Ristori e Luca Boni con il film Eaters, ambientato in un futuro popolato di zombi da sterminare. 

E' già stata annunciata la quarta edizione del festival, le premiazioni per i migliori film horror del 2013 avranno luogo sempre a Mosca, ma verosimilmente nel mese di gennaio 2014, come nelle edizioni del 2010 e 2011. 








mercoledì 13 marzo 2013

Mosca nel cinema (2a parte)

A  Mosca tendevano tutti gli abitanti dell'URSS, chi tra di loro non avrebbe voluto recarsi almeno una volta nella capitale a visitare il Cremlino, la Piazza Rossa e il teatro Bolshoj? E la meraviglia di questi turisti sovietici, che avevano finalmente raggiunto la meta dei loro sogni non era meno grande di quella degli stranieri. E proprio come gli stranieri, a volte, coloro che venivano nella propria capitale dalle altre repubbliche trovavano posto all'Hotel Rossija, anche se solo "per conoscenza" o cospicue mance. Questo hotel simbolo e iconema della Mosca degli anni 70, oggi demolito, incombeva sulla piazza Rossa con la sua mole mastodontica  e , ahimé; era stato costruito al posto di un antico quartiere, opportunamente annientato. L'hotel, smantellato nel 2006, aveva più di 3000 stanze, era enorme, con corridoi infiniti e tutti uguali (e devo dire che anche noi una volta ci siamo persi!), le migliori stanze avevano la vista sulla piazza Rossa e sul Cremlino..
E anche il protagonista del film di cui parleremo oggi. arrivato a Mosca dalla natia Georgia,  si ferma in questo gigante.  Il film in questione è Mimino  (Mimino è una parola georgiana che significa falco, sokol in russo), soprannome del pilota Valentin Mizandari detto Valiko (intrepretato dall'attore Vachtang Kikabidze) pilota dell'aviazione georgiana. A condurlo a Mosca è l'improvvisa passione per una hostess, e il desiderio di diventare pilota sulle rotte internazionali  dove vola l'amata Larisa Ivanova  interpretata dall'attrice Elena Proklova .
Dal momento dell'arrivo a Mosca cominceranno le avventure tragicomiche di questo provinciale che si troverà, suo malgrado, a affrontare mille peripezie, fino a rischiare di finire in prigione. E proprio mentre viene processato, e poi solo multato, compie 35 anni, il limite di età per poter accedere ai corsi di riqualificazione per diventare pilota sulle rotte internazionali. Grazie però a alcuni conoscenti riesce a realizzare lo stesso il suo sogno, ma l'amore per la patria. la Georgia, è grande e Valentin rinuncia a questi privilegi per tornare a casa sua dove lo aspettano la terra e gli affetti. 
Il tema del provinciale nella grande città è stato molto sfruttato sia nel cinema che nella letteratura, e spesso non è una storia di successo quella che viene raccontata, ma una ulteriore variazione sul tema delle Illusioni perdute di balzachiana memoria. Anche in questo caso la capitale, Mosca, non è solo un bello sfondo all'azione ma è protagonista della pellicola insieme a Valiko che, pur deluso dalla realtà, è riuscito almeno nel suo intento, a realizzare, seppure, tra mille difficoltà, il suo sogno. E torna a casa non a malincuore, ma sicuro della sua decisione.
Il regista di questo film è Georgij Danelija (classe 1930), figlio d'arte, la madre lavorava come aiuto regista proprio a Mosfilm. Di Danelija parhleremo ancora perché è autore di film che hanno fatto la storia della cinematografia sovietica come il celeberrimo Ja shagaju po Moskve. (A zonzo per Mosca, del 1964), Afonja e molti altri. 
Oltre all'hotel Rossija e al Teatro Bolshoj per il quale, in modo miracoloso Valiko è riuscito a avere i biglietti, nel film compare la via Novyj Arbat che all'epoca si chiamava Kaliniskij prospekt con la sopravvissuta chiesetta di Simeone lo Stilita costruita alla fine del XVII dalla corporazione di cuochi, panettieri e tessitori specializzati in tovaglie. Questa chiesa per molti anni fu uno dei luoghi più amati per i matrimoni in quanto proprio qui nel 1801 si era sposato il conte Nikolaj Sheremetev con Praskov'ja Zhemchugova, attrice e ex-serva della gleba. In questa chiesa si recava alle funzioni anche lo scrittore Nikolaj Gogol'. E proprio davanti a essa  viene eseguita la canzone Chita-Grita (Uccellino- Piccolino) che è tema musicale del film e è cantata anche nei i titoli di testa (al  minuto 40.00). 



Mimino (Мимино), URSS 1977; regia G. Danelja, attori Vachtang Kikabidze, Elena Proklova

http://www.youtube.com/watch?v=5blURTqmYUg&wide=1

Sottotitoli in inglese
Buona Visione!





martedì 12 marzo 2013

Un'ora fa Mosfilm ha pubblicato la versione HD di Sluzhebnyj roman

Un'ora fa Mosfilm ha pubblicato la versione HD di Sluzhebnyj roman, film di cui abbiamo parlato nel post Mosca nel Cinema.
Ecco i nuovi link http://www.youtube.com/watch?v=hR-1QGMK75c per la prima parte e http://www.youtube.com/watch?v=kUNy3NrxZAc . Buona visione.

lunedì 11 marzo 2013

Sottotitoli, sottotitoli...per le Notti Bianche di Dostoevskij

In Italia siamo poco abituati ai sottotitoli, abbiamo una delle migliori scuole di doppiaggio, e per questo motivo spesso non riusciamo a vedere film estremamente validi distribuiti o reperibili solo in lingua originale. I sottotitoli sono spesso prodotti da fan che riescono a procurarsi copie delle loro trasmissioni preferite, spesso serie a episodi, che però in Italia non sono ancora state tradotte. Se per le serie americane in genere non c'è problema, vengono infatti velocemente doppiate, per le lingue rare ci sono molte più difficoltà. Esistono numerosi siti che offrono sottotitoli, per esempio podnapisi.net che ha una base dati enorme in tutte le lingue, anche http://www.allsubs.org, http://www.subtitlesbox.com, oppure il sito  http://www.subtitleseeker.com/ che scandaglia diverse base dati.
Purtroppo i sottotitoli non siamo riusciti a trovarli per questo bel film del 1959 Le notti bianche (Belye nochi) diretto da Ivan Pyr'ev, trasposizione dell'omonima novella di Dostoevskij, comunque ne vogliamo parlare lo stesso, anche perché in questi giorni la casa editrice Newton Compton ha ripubblicato Le notti bianche nella sua collana low-cost a 0,99 centesimi.
A Pietroburgo tra maggio e giugno il sole non tramonta mai, la notte è  perennemente chiara, l'orologio biologico è sconvolto e sovente non si ha neppure voglia di dormire. E' quello che accade al protagonista de Le notti bianche di F. Dostoevski (1848), è la storia di un sognatore flaneur che durante le sue passeggiate notturne incontra Nasten'ka. Nasten'ka ama, ma è stata abbandonata dall'amato e apre il suo cuore allo sconosciuto. I due si incontrano per quattro notti durante le quali si conoscono e cominciano a pensare a una vita insieme, ma torna all'improvviso l'amato della donna e il sognatore si trova di nuovo solo nella città. Nel film la vicenda è mostrata dal punto di vista del sognatore, interpretato da  Oleg Strizhenov, mentre a interpretare la parte di Nast'enka è Ljudmila Marcenko.

Non è ovviamente l'unica riduzione della novella esistente, sia in Russia che all'estero. Ricordiamo anche Le notti bianche (1957) di Luchino Visconti con Mastroianni e Maria Schell, che si ispira allo scrittore russo ma che è ambientato a Livorno e Quattro notti di un sognatore di R. Bresson (1971) ambientato a Parigi. In questo film R. Bresson ritornava a ispirarsi a Dostoevskij dopo aver girato nel 1968 Une femme douce , basato sulla novella La mite (Krotkaja). 

sabato 9 marzo 2013

E' morto l'attore Andrej Panin

Il giorno 7 marzo l'attore Andrej Panin è stato trovato morto nel suo appartamento a Mosca, il corpo presentava ferite e ematomi che l'attore non poteva essersi provocato da solo con una caduta; per adesso però gli inquirenti non si sbilanciano sulle cause della morte. I funerali del famoso attore avranno luogo il 12 marzo. Panin, nato nel 1962, originario degli Urali, si forma in teatro ma alla fine degli anni novanta diventa uno degli attori più famosi e "presenzialisti" della cinematografia russa, un caratterista molto ricercato. Le parti che gli vengono affidate sono spesso da nevrotico, da cattivo, la sua specializzazione sono soprattutto i personaggi negativi, ricordiamolo nella serie culto Brigada (2002) in cui ha il ruolo di un poliziotto corrotto,  nella serie poliziesca Kamenskaja (Anastasja Kamenskaja la poliziotta moscovita creata da Aleksandra Marinina) dove recita nella parte di un poliziotto privato, ma anche in film importanti di risonanza mondiale come Voditel' dlja Very (Un autista per Vera, 2005)  in cui è Savel'ev  un ufficiale che esegue gli ordini del partito e provoca la catastrofe nella famiglia dei protagonisti  e ancora della black comedy  Zhmurki  (pure del 2005, tradotto in inglese con Dead Man's Bluff ) con la regia di A. Balabanov,  il regista di Brat e di Gruz200 (Cargo 200). La sua ultima fatica era stata la parte del Dott. Watson in una nuova edizione di Sherlock Holmes. Attualmente sposato con l'attrice Natal'ja Ragozhkina lascia tre figli, di cui uno dal primo matrimonio. 

venerdì 8 marzo 2013

Mosca nel cinema (1a puntata)

Il critico letterario Belinskij lo diceva: Pietroburgo è maschio, Mosca è donna, morbida e materna, e siccome oggi è l'8 marzo, festa della donna dedichiamo questo post a Mosca, a Mosca nel cinema per l'appunto. Nel 2009 è uscito un libro interessante di Oleg Rassochin (Moskva v kino, Eskmo) in cui si narra del ruolo avuto da Mosca nella cinematografia russa e sovietica, ruolo assolutamente non secondario; qui sono stati infatti girati film del calibro di Beregis'! Avtomobilja (Attenti alle macchine), oppure il famoso Sluzhebny roman (Storia d'amore in ufficio il titolo inglese è Office Romance), Moskva slezam ne verit (Mosca non crede alle lacrime)  l'inverosimile e più simile a una commedia slapstick  del 1973 Una matta, matta, matta corsa in Russia (in russo: Neverojatnye prikljuchenija italjancev v Rossii, Le incredibili avventure degli italiani in Russia, regia di E. Rjazanov e F. Prosperi), in cui recitavano Andrej Mironov, e per gli italiani Alighiero Noschese e Ninetto Davoli. Di questo film si ricordano le scene sulla piazza Rossa, anche se meta finale degli italiani è Leningrado, dove la protagonista, nipote di una emigrante russa, deve recuperare un enorme tesoro. Oltre a queste si possono citare anche molte altre pellicole, ma il post di oggi lo dedichiamo al film  Sluzhebnyj roman e alla sua protagonista: Ljudmila Kalugina. Il film fu  girato nel centro di Mosca tra le vie Petrovka e Tverskaja , nel 1977, e ebbe un enorme successo tanto che recentemente il soggetto è stato riproposto in una nuova versione.
Si narra qui la storia d'amore tra un impiegato divorziato e la direttrice dell'Istituto di Statistica dove lui lavora, lei è una donna di 36 anni, nubile in cerca dell'amore, al quale sembra però aver rinunciato.  In quei tempi, in Russia qualsiasi donna nubile di quell'età non aveva praticamente possibilità di sposarsi, e era considerata da tutti una zitella. Ljudmila ha però dei notevoli privilegi sugli altri, tra cui una macchina di lusso con autista, e un appartamento in centro. L'impiegato Novosel'cev, interpretato da Andrej Mjagkov, in un primo momento si avvicina al capo per avere una promozione ma piano piano si innamora di questa donna di potere, esteriormente fredda e altezzosa, ma molto insicura sul piano personale e dei sentimenti (Ljudmila è interpretata da Alisa Frejndlich). Dopo vari fraintendimenti dovuti agli intrighi di altri impiegati e dirigenti i due si sposano e, secondo i titoli di coda diventano genitori. La Frejndlich racconta che per vestire il suo personaggio lei stessa insieme col regista aveva girato per i depositi di costumi e aveva scelto i vestiti più dimessi e insignificanti, ciliegina sulla torta furono gli  occhiali dalla montatura spessa e maschile che furono prestati alla protagonista dal padre dell'operatore Vladimir Nachabcev.
Tra le curiosità facciamo notare che nell'ufficio di Ljudmila Kalugina viene mostrato un computer, all'epoca una vera e propria rarità, che apparteneva effettivamente all'istituto e era costato la fantasmagorica cifra di 440 000 rubli all'epoca. Un incaricato portava sul set il macchinario tutte le mattine e alla sera lo portava via e lo metteva al sicuro sotto chiave.
Il film venne girato nel palazzo dove si trovava effettivamente l'istituto di statistica, un casermone recentemente ristrutturato, e molte scene sono state girate sul tetto da cui si gode un fantastico panorama della città. Non si tratta però dello stesso edificio, ma della cosiddetta Dom Nirnsee (Casa Nirnsee, dal nome dell'architetto che la progettò), che in passato era considerata il primo grattacielo di Mosca, costruita nel 1912 offriva appartamenti a basso prezzo e era chiamata la casa degli scapoli, perché negli appartamenti non vi erano le cucine. 

Il film ebbe un enorme successo e si può vedere su youtube  in due parti  con i sottotitoli in inglese:

http://www.youtube.com/watch?v=cmylNwnR9qQ

http://www.youtube.com/watch?v=JPjr65ncLL8


Buona visione!








giovedì 7 marzo 2013

Andrej Mironov, un vero idolo morto troppo giovane: oggi avrebbe compiuto 72 anni


Andrej Mironov  (il cognome del padre era Menaker, ma egli utilizzò quello della madre Marija Mironova) nasce il 7 aprile 1941  a Mosca, il neonato fu però registrato l'8 marzo, festa della donna. Dopo aver frequentato alcuni istituti teatrali nel 1961 debuttò nel cinema col film  E se fosse amore?  (A esli eto ljubov'?) con una piccola parte. 
In seguito fece parte del Teatro della satira di Mosca e contemporaneamente girò molti film diventati leggendari. Ricordiamo per esempio Attento alle macchine  (Beregis'! Avtomobilija, 1966) di E. Rjazanov , storia di un impiegato integerrimo che novello Robin Hood sottrae le macchine ai suoi clienti più ricchi per rivenderle e destinare il ricavato agli orfanotrofi. 
(http://www.youtube.com/watch?v=q0nbvdj_NZo&wide=1  sottotitolato in inglese).
Del 1969 è Brilljantovaja ruka,  (Il braccio di diamanti), in cui Mironov canta la canzone Ostrov Nevezenija (L'isola della sventura) diventerà famosissima e gli darà ulteriore visibilità  ( http://www.youtube.com/watch?v=goFIxxWru78  ). 
Mironov girò anche molti altri film, sia per il grande schermo che per la televisione (ricordiamo Le 12 sedie dal romanzo di Il'f e Petrov) , continuò anche a lavorare per il teatro. E proprio in teatro era suo destino morire, nel 1987: durante una tournee a Riga mentre recita nelle Nozze di Figaro perde conoscenza a causa di una emorragia cerebrale e morirà due giorni dopo in ospedale, all'età di 46 anni.



mercoledì 6 marzo 2013

Parliamo della Palmira del Nord e di Lenfilm (I parte)

Palmira del Nord, ovvero San Pietroburgo, ovvero Pietrogrado, ovvero Leningrado e dal 1991 di nuovo San Pietroburgo, qui proprio come a Mosca c'è una sorta di Cinecittà, a Mosca è Mosfilm, a Leningrado Lenfilm . Lenfilm fu fondata nel lontano 1918 e esiste ancora oggi, si tratta di una società per azioni. Nei suoi studi sono stati prodotti film interessanti, rimasti nell'inconscio collettivo e noti a tutti, almeno in epoca sovietica e che vengono ancora oggi ricordati dai non più giovani. 

Ricordiamo Chapaev del 1934, premiato a Mosca che racconta la storia di Vasilij Chapaev, leggendario militare comandante del reggimento di fanteria 138 presso Saratov, descritto nell'omonimo romanzo di D. Furmanov, entrato nel folclore e addirittura nelle barzellette. Oppure la già menzionata e lodata Signora col cagnolino del 1960 ispirata al racconto di Cechov, e persino musical Matrimonio a Malinovka (Svad'ba v Malinovke) del 1967, commedia musicale ambientata in Ucraina nel villaggio di Malinovka, appunto. Una storia complicata, che ricorda le intricate vicende dei promessi sposi,   ambientata ai tempi della guerra civile alla quale partecipano bianchi, rossi e anche dei banditi, girata per celebrare i cinquant'anni della rivoluzione. Poiché l'azione si svolge in Ucraina era stato proposto agli studi cinematografici Dovzhenko di Kiev che però rifiutarono l'incarico, ritenendo il soggetto troppo leggero. Il film ebbe un enorme successo e alcune frasi pronunciate dai protagonisti sono diventate proverbiali.

Ecco i link: per Chapaev
http://www.youtube.com/movie?v=Ol_jvK6CQIU senza sottotitoli
Per il Matrimonio...
http://www.youtube.com/moviev=sL7vWJMdOF8&feature=mv_sr
senza sottotitoli.

Il Miracolo, ovvero la storia di Zoja che rimase in piedi per cento giorni




Questo film narra di una storia straordinaria, di un vero e proprio miracolo, inspiegabile, misterioso e a tratti spaventoso. Questo fatto avvenne negli anni cinquanta, nella città di Samara (che all'epoca si chiamava Kujbiscev), è la storia di Zoja, una ragazza, di  diciotto anni,  atea convinta. La sera del 31 dicembre 1956 la ragazza partecipa a una festicciola a casa del suo "fidanzatino" Nikolaj e visto che il suo fidanzato, Nikolaj non arriva Zoja inizia a danzare con l'icona di San Nicola, che la madre ancora conservava in casa. Nonostante gli amici le dicano di non farlo, Zoja continua a danzare. Dopo pochi secondi accade il fatto miracoloso, la ragazza si blocca, non riesce più a muoversi, è rigida, dura come pietra e in catalessi. Gli amici cercano di spostarla dal pavimento ma senza risultato è come se al pavimento fosse imbullonata. E anche l'icona non poteva essere tolta dalla sua stretta. Viene chiamato il pronto soccorso, la dottoressa che la visita non riesce neppure a praticarle delle iniezioni, gli aghi si spezzano sulla pelle della ragazza. Le autorità, visto che si tratta di tematica religiosa cominciano a interessarsi al fatto. Già al terzo giorno la gente si accalcava di fronte alla casa dove è rimasta la ragazza, che tra il popolo viene già chiamata la Zoja di pietra (kamennaja Zoja). Vengono chiamati dei sacerdoti con le icone per cercare di svegliarla, ma nessuno riesce a farla muovere. Solo un sacerdote, Serafim, è in grado a togliere l'icona dalle mani di Zoja e predice che la ragazza sarebbe tornata in sé solo il giorno di Pasqua. Questa immobilità durò per un lasso di tempo lunghissimo: per ben 128 giorni, senza mangiare o bere. Fino a oggi non vi è spiegazione di questo fenomeno, anche se all'inizio si era parlato di tetano e di contrazione dei muscoli. Zoja si riprese ma era fortemente scossa, e di lei, dopo il risveglio, non si seppe più nulla, alcuni dicevano che era morta tre giorni dopo, altri  che era stata rinchiusa in manicomio altri che si era ritirata in monastero. Il regista Aleksandr Proskin nel 2009 ha girato un film che narra questa vicenda; Il miracolo (Chudo). E' un film molto aderente alla cronaca dell'epoca, Zoja è un'operaia, rozza e sfrontata, le autorità si preoccupano soprattutto dell'aspetto religioso e delle ripercussioni che tutto ciò può avere sul popolo. Uniche licenze sono  la visita di Krushchev alla ragazza, visita che in realtà non ebbe mai luogo e il cambiamento del nome della località  da Samara a Grechansk. Il film non è piaciuto alla critica che lo vede molto artefatto e troppo incline agli aspetti "pulp" della situazione. E' comunque una testimonianza di un fatto inspiegabile e per questo impressionante, si tratta di un film che  ha fatto parlare di sé. L'immagine di Zoja immobile, coperta da un fazzoletto, simile a una statua vivente, lascia il segno e ci porta a meditare sugli aspetti meno ovvi della vita. Da ricordare Konstantin Chabenskij, visto in Admiral dove recita il ruolo di  Aleksandr Kolchak, patriota dell'esercito dei bianchi in lotta contro i bolscevichi  che qui impersona un giornalista semialcolizzato mandato da Mosca e attraverso gli occhi del quale assistiamo a parte della vicenda.





martedì 5 marzo 2013

Breve carrellata del cinema sovietico degli anni 60.





Negli anni 60 assistiamo a un grande boom del cinema sovietico. Vengono prodotti più di cento film all'anno, molti dei quali nelle repubbliche federali.I temi prevalenti sono quelli della guerra, con una analisi psicologica dei protagonisti più attenta e sofisticata. Ricordiamo sicuramente L'infanzia di Ivan (Ivanovo Detstvo, 1962 di A. Tarkovskij), Leone d'Oro a Venezia, che in Russia ebbe più di 16 milioni di spettatori. Viene anche riproposta la figura di Lenin in film come. Il quaderno azzurro (Sinjaja Tetrad', regia di L. Kulidzhanov) del 1963, Lenin in Polonia (Lenin v Pol'she regia di S. Utkevich) del 1965, e 6 luglio del 1968 (sul trattato di Brest-Litovsk 1918 e il Partito Socialista rivoluzionario contrario a esso, regia di Ju. Karasik). Ricordiamo anche la dilogia Serdce materi (Cuore di madre, 1965) e Vernost' materi, (Fedeltà di una madre, 1968) dedicati alla famiglia di Lenin e soprattutto alla madre: Marija Aleksandrova Ul'janova (Regista M. Donskoj). 
Il manifesto di Nido di Nobili, (1969) regia di A. Konchalovskij

Grande successo hanno anche i film tratti da capolavori letterari, non solo russi ma stranieri, ricordiamo anche gli  shakespeariani Amleto, e Otello, e senza dubbio La signora col cagnolino (Dama s sobachkoj, 1960, regia di Chejfich, con una strepitosa Ija Savvina), tratto dall'omonimo racconto di Cechov. 
Nel 1967 esce Anna Karenina, regia di  di A. Sarchi. E sicuramente ha enorme importanza la riduzione cinematografica di Guerra e pace, in quattro parti (1963-67) regia di S. Bondarchuk, uscito anche in Italia, premio Oscar nel '67 per il miglior film straniero e presentato fuori concorso a Cannes.Una curiosità, secondo il sito IBDm durante la battaglia di Borodino (1812) si vede una comparsa indossare un orologio da polso. 
Ma non ci sono solo film "seri", proprio negli anni 60 abbiamo alcune commedie godibilissime. Ricordiamo, prima fra tutte Benvenuti, o ingresso vietato agli estranei (Dobro pozhalovat', ili Postoronnim vchod vopreshchen, 1964, regia di E. Klimov), una commedia dolce e amara del 1964 in cui si narrano le peripezie del pioniere (specie di boy scout) Inochkin che cacciato dal campo scout (in russo lager, specie di campo vacanze) per non far venire un infarto alla nonna rientra al campo come "clandestino" e viene nascosto e nutrito dai suoi compagni sotto la tribuna d'onore, in un turbinio di avvenimenti per lo più divertenti in cui il direttore del campo viene messo alla berlina. 

Oppure il già ricordato Devchata, commedia romantica, tra i boschi degli Urali, in cui l'amore trionfa insieme, con l'onestà e la dedizione al lavoro.



Un delizioso piccolo film del 1961..." Ragazze" (Devchata)

Ambientato nel 1960 (girato nel 1961), il film narra la vicenda di Tosja Kislicyna, una ragazza semplice, cuoca appena diplomata che si reca sugli Urali per prendere servizio in uno stabilimento per la lavorazione del legno. Qui le squadre di operai si contendono il maggior numero di alberi abbattuti per turno, e il vincitore è quasi sempre il ragazzo più in vista dello stabilimento, il belloccio Il'ja Kovrigin, sogno di tutte le ragazze che lavorano in quel luogo sperduto. Anche la piccola e goffa Tosja non è immune al fascino di Kovrigin e si innamora di lui, anche in virtù del fatto che l'uomo sembra interessato a lei. Ma che delusione quando Tosja scopre che Il'ja in realtà ha fatto la scommessa di riuscire a farla innamorare di lui in una settimana: premio un cappello di pelliccia. La povera Tosja si macera, ma Il'ja si rende conto che, ridendo e scherzando, non è rimasto indifferente alla piccola cuoca e alla fine l'amore trionfa.
Il film ha una trama esile esile, però è estremamente interessante perché ci mostra la vita quotidiana di uno stabilimento sovietico lontano dai centri abitati; ci parla di persone che cercano di crearsi una vita, quasi tutte le ragazze del film sono in cerca di marito, e ci mostra che, nonostante le avverse condizioni del tempo, bene o male tutti riescono a costruirsi un futuro. Il freddo, la neve, l'aria gelida, insieme con la grande speranza nel radioso avvenire, sono i veri protagonisti di questa pellicola. 
La protagonista,Tosja, pasticciona, ingenua e sempre in movimento è impersonata dall'attrice Nadezhda Rumjanceva, che proprio grazie a questo ruolo divenne famosa in Unione Sovietica e anche all'estero. La  Rumjanceva aveva già 30 anni quando girò il film, ma riesce a impersonare bene una ragazzina appena diplomata anche in virtù della faccia sbarazzina, dei codini che porta per quasi tutto il tempo e la piccola statura. Lui è Nikolaj Rybnikov, artista molto famoso e amato, tanto da essere stato immortalato nel  2001 in un francobollo.
Anche questo film è stato pubblicato su youtube coi sottotitoli in inglese. 
http://www.youtube.com/watch?v=b4UBJz8GJk0 
Buona visione!

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