giovedì 21 marzo 2013

I migliori film-horror prodotti in Unione Sovietica e Russia (1a parte)


Peregrinando per il web ci siamo imbattuti in un blog decisamente interessante e atipico per la Russia:
http://uzhasnyiblog.ru, scritto ovviamente in russo, e, a attrarre la nostra attenzione è stato in particolare il post Rossijskie fil'my uzhasov, ovvero film russi horror. Come già detto nel post precedente sull'horror film festival svoltosi a Mosca all'inizio di marzo, questo genere non è molto diffuso oggi in Russia. L'autore di uzhasnyjblog (a proposito in russo uzhas è l'orrore, uzhasnyj il suo aggettivo) però scava nel passato e fa una carrellata di film russi che possono essere definiti dell'orrore. 

Il primo a essere citato è la riduzione cinematografica di un racconto di Gogol', il Vij : L'autore dell'articolo dice ironicamente (traduco): "E' ancora più spaventoso guardare un film che descrive avvenimenti che hanno avuto luogo proprio nella tua città o non lontano da essa. Tra l'altro i realia russi di per sé sono un horror di prima classe". Facendoci intendere che il terreno russo potrebbe essere particolarmente fertile per lo sviluppo del genere!
Il Vij è la storia di un seminarista Choma Brut (interpretato dall'attore Leonid Kuravljov) che ha ucciso per errore una strega, chiamato a vegliare per tre notti un morto si accorgerà ben presto che il defunto è  la giovane strega (Natal'ja Varlej) da lui uccisa. Choma affronterà in quei giorni creature del male in quantità e alla fine il Vij in persona.
Così è descritto il mostro-Vij nel racconto di Nikolaj Gogol' (1835): "E ecco scendere il silenzio nella chiesa; da lontano si intendeva un lupo ululare e ben presto cominciarono a sentirsi dei passi pesanti che rimbombavano nella chiesa (gli spiriti) accompagnavano una creatura gigantesca dalle fattezze umane, tozza e corpulenta, tutta coperta di terra nera. Piedi e mani, coperte di terra, erano simili a radici nodose. Avanzava pesantemente indugiando di tanto in tanto. Le palpebre erano abbassate e arrivavano fino a terra. Choma notò con terrore che il viso era di ferro. Lo condussero sottobraccio fino al posto in cui era Choma: -Sollevatemi le palpebre non ci vedo, - disse il Vij con voce cavernosa. ..."*.

Il film fu girato nel 1967 e ebbe un grande successo con oltre 30 milioni di spettatori. Pare che l'idea di girarlo fosse venuta a Ivan Pyr'ev (Le notti bianche), che all'epoca era direttore di Mosfilm, il quale affidò l'incarico a due giovani studenti: Konstantin Ershov e Georgij Kropacjov. Il lavoro dei due entusiasti novellini venne ridimensionato dal regista Aleksandr Ptushko che tagliò alcune scene ritenute troppo realistiche. Il film fu girato in Ucraina in una chiesa autentica che è bruciata completamente nel 2006. La strega è interpretata da Natalja Varlej famosa per il ruolo della "prigioniera del Caucaso" nel film di Leonid Gajdaj "Una Vergine da rubare", dopo questo ruolo la Varlej fu abbandonata dal pubblico che la aveva tanto amata nel film dell'anno precedente e per quattro anni non interpretò nessun ruolo al cinema. 



Nel 1991 esce un altro film di ispirazione letteraria P'juscije krov' (Bevono il sangue), tratto dalla novella Upyr' (Il vampiro di Aleksej Tolstoj, tradotto in italiano, ormai fuori catalogo, ma sicuramente reperibile in biblioteca per chi potesse essere interessato). 
Nel film recita Marina Vlady, attrice russa emigrata in Francia, famosa, oltre che per i suoi  film e la sua bellezza, per essere stata la moglie di Vladimir Vysockij. Prodotto da Lenfilm con la regia di Evgenij Tatarskij narra la storia del principe Runevskij, invitato nella casa della proprietaria terriera Sugrobina (il nome è un programma, nel cognome infatti vediamo la parola grob che in russo è la cassa da morto!) accetta l'invito poiché si è invaghito della nipote della proprietaria, la bella Dasha.. L'atmosfera nella casa e davvero strana e ben presto il principe si renderà conto che intorno a lui ci sono soltanto vampiri.
Il film è stato giudicato di fatto molto meno pauroso della novella originale e sicuramente girato in atmosfera di austerità con risparmio su costumi e ambientazioni, per non parlare del deficit di pellicola per cui molte scene erano "buone alla prima". A tratti noioso, il film si salva per la recitazione di Marina Vlady, che è la proprietaria terriera Sugrobina. Il potenziale del racconto di Tolstoj non è stato sicuramente sfruttato, possiamo solo sperare in un remake.

E per oggi citiamo un altro film Gongofer del 1992, del regista Bach'it Kilibaev, autore anche della sceneggiatura.
Il film inizia come una qualunque commedia del periodo della perestrojka e poi gira di bordo e fa rotta sul versante mistico. E' la storia di Kol'ka , un ragazzo sempliciotto che si reca a Mosca col nonno per acquistare un toro.
Ben presto la situazione precipita e il protagonista viene a trovarsi in un vero e proprio incubo. Il tutto condito con la musica del gruppo musicale Nol' (Zero).

La città di Mosca è in preda alle forze del male, i nuovi ricchi sono visti come creature maligne che fanno quello che vogliono con le persone normali, si tratta di una specie di metafora del mondo ingiusto che sarebbe venuto...Non si riesce a raccontare la trama del film che vive di immagini e che forse può non piacere agli amanti di questa tipologia perché non ha tutta la violenza, il sangue e gli effetti  speciali di altri film del genere, anzi sembra composto da una serie di scene slegate le une dalle altre. E' comunque imperdibile in primo luogo per chi si vuole fare un'idea di questa produzione in Russia. e  anche per l'avvenenza della protagonista: Ekaterina Kmit.




*La traduzione è nostra. 














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