sabato 16 marzo 2013

Brat: nostalgia per il passato, nostalgia per Sergej Bodrov...


Nel 1996 esce un film che ha avuto un impatto notevole in Russia e all'estero per vari motivi che vedremo. Si tratta di Brat (Brother) del regista Aleksej Balabanov. Il film, presentato anche al Festival di Cannes nel 1997, narra la storia del giovane Danila Bagrov, figlio di un poliziotto, che, tornato a casa dopo il servizio militare in una non ben identificata cittadina di provincia, non ha lavoro e nessuna prospettiva. Viene quindi mandato dalla madre a San Pietroburgo dal fratello maggiore Vitja, fratello che pare abbia fatto una fortuna in città. In realtà il fratello, detto Tatarin, è solamente un criminale di mezza tacca
al quale però Danila è attaccatissimo perché da  bambino gli aveva fatto da padre. E così, arrivato in città, Danila inizia a aiutare il fratello e a proteggerlo dai capi criminali in particolare dal  "poeta" (in russo, era invece krugly, il rotondo per la forma del viso), un boss che parla quasi esclusivamente in rima e con proverbi, salvando la vita del fratello.
A guardarlo Danila. sembra avere problemi psicologici, taciturno, apparentemente senza opinioni, apparentemente malleabile.  Una cosa lo esalta: la musica del gruppo Nautilus Pompilius, che permea il film dalla prima scena all'ultima; vi è addirittura una cameo del leader del gruppo Vjacheslav Butusov. Nel film Danila ha delle avventure sentimentali, la prima con una donna che gli salva la vita dopo una sparatoria e della quale pare si innamori, e l'altra con una ragazza tossicodipendente che lo introduce in un tipo di vita nuovo per il ragazzo che non sembra però mai giudicare l'operato degli altri a meno che non si tratti di un sopruso nei confronti dei più deboli. Stringerà amicizia anche con un mendicante, detto Nemec (Tedesco), per le origini tedesche appunto, che vende povere cose al mercato (sembrerebbe il mercato di Pietroburgo Apraksin Dvor, luogo abbastanza pericoloso all'epoca) e che viene minacciato e picchiato. Danila lo difende e nasce così un'amicizia tra i due; Danila sarà anche bene accetto dalla comunità dei tedeschi, tutti senzatetto che abitano tra le tombe di uno dei cimiteri della città.
Il film, come abbiamo detto, ebbe un enorme successo in patria perché descrive senza orpelli i problemi del periodo, la mancanza di speranze per i giovani, la società in mano alla malavita; descrive la vita quotidiana, le difficoltà di un società in cui manca praticamente tutto e non solo concretamente. Gli ideali della rinascita sembrano lontani in questo film. Il tutto è proposto sullo sfondo di una Pietroburgo non da cartolina, in cui prevalgono i toni cupi e il colore grigio del cielo. Alla fine del film l'eroe, questa specie di nuovo e solitario Robin Hood abbandona Pietroburgo per recarsi a Mosca dove inizierà la sua fortuna. C'è una seconda puntata infatti Brat 2, a nostro avviso meno incisivo, in cui però il regista apre la porta alla speranza in un futuro migliore, ricompare anche il Tatarin che finalmente ha capito quanto il fratello sia per lui prezioso. 

 Nei tanti  commenti  al film viene spesso citato Taxi Driver, di M.Cimino, interpretato da Robert De Niro, la storia di un oppresso che diventa vendicatore 
Vediamo una critica del 1999: 
"La spariamo? Spariamola: 'Brother', di Alexei Balabanov, sta al dopo-Cecenia un po' come 'Il cacciatore' stava al dopo-Vietnam. Anche se tanto Cimino era barocco ed espanso, tanto Balabanov lavora di allusione e di sottrazione, pur se con i modi del miglior noir. (?) Proiettato sullo sfondo del più orrido neoconsumismo fra spot, jeep e griffes, illuminato da un episodio sentimentale secco e senza speranza come tutto il resto, costellato di personaggi minori e digressioni che incrociano humour e pathos, Dostoevskij e il gangster-film, 'Brother' disegna un antieroe memorabile. Anche grazie a Sergei Bodrov, figlio dei regista omonimo, già protagonista dei 'Prigioniero del Caucaso'. La Russia della mafia e del caos postsocialista ha trovato il suo film. Limpido, pacato. E atroce". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero, 13 settembre 1999)

E anche Sergej Bodrov, Danila appunto, ha contribuito al successo del film e lo ha reso indimenticabile. Bodrov è morto in Ossezia nel 2002 mentre stava girando un film, sepolto da una valanga che ha ucciso 125 persone. Fino a oggi i suoi resti non sono stati ritrovati.
Del suo protagonista Bodrov diceva:
"Lo so che Danila è spesso rimproverato di essere primitivo, sempliciotto e ingenuo. In parte sono d'accordo. Ma quando penso a lui mi viene in mente una metafora: immagino delle persone nel caos primitivo, stanno seduti davanti al falò nella loro caverna e capiscono solo una cosa: mangiare e riprodursi. E ecco che uno di loro si alza e pronuncia parole semplici sulla necessità di difendere le persone del clan, rispettare le donne e proteggere il proprio fratello..."  (cfr. Wikipedia)






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