Novaja Moskva, La Nuova Mosca è il titolo di una commedia uscita nel 1938. Il regista è Aleksandr Medvedkin, il protagonista, Aljosha, è interpretato da Daniil Sagal.
Il film non ebbe molto successo nelle sfere ufficiali, anzi rimase per anni in archivio, infatti il film che avrebbe dovuto raccontare la nuova Mosca in realtà ci fa rimpiangere quella vecchia che è stata annientata per sempre.
Il soggetto è semplice il giovane Aljosha (Sagal), un ragazzotto siberiano che vuole diventare architetto urbanista, ha creato un progetto per una Mosca del futuro e lo vuole proporre alle più alte autorità della capitale. Vuole infatti mostrare quale sarà la nuova Mosca dopo i cambiamenti, voluti da Stalin, che videro la distruzione del mercato (Ochotnyj rjad) adiacente alla piazza Rossa, la distruzione del quartiere di Zarjad'e, dove in seguito sarebbe sorto il famigerato Hotel Rossija e la demolizione della Cattedrale del Salvatore fatta esplodere nel 1931. Suo contraltare è il pittore Fedja (Pavel Suchanov), un paesaggista che non riesce a terminare i suoi quadri perché gli edifici vengono demoliti a ritmo sostenuto e egli non riesce a fissare le costruzioni sulla tela. Egli dice: "Oggi non fai in tempo a dipingere e domani non c'è più niente. O distruggono tutto oppure costruiscono qualcosa. Mosca si muove come il vento!". In un episodio, mentre una delle protagoniste pronuncia la frase: "Ecco la casa di mia sorella", la vecchia villetta viene fatta saltare in aria e subito, dietro a una nube di fumo, si materializza al suo posto una struttura in granito. In un altro episodio una casa è portata via con gli abitanti all'interno che strepitano e cercano di saltare dalla finestra.
Secondo lo studioso di cinema Oleg Rassochin, La Nuova Mosca è importante soprattutto come documento storico e anche perché vengono rappresentati gruppi di persone che manifestano contro la distruzione della città voluta da Stalin. Il film non uscì neppure nelle sale, forse perché mostrava in modo troppo aperto la distruzione della capitale e anche la raffigurazione di manifestanti contro le decisioni del dittatore, e questo sicuramente non era un tema che poteva essere reso pubblico. Tutti dovevano essere d'accordo. Secondo alcune voci, Stalin avrebbe fermato l'uscita del film nelle sale anche per colpa dell'attenzione rivolta a Lenin, mostrato sempre insieme a Stalin, e infine svettante sul tetto del Palazzo dei Soviet nel culmine del modello di Aljosha. Il palazzo dei congressi, altissimo, imponente avrebbe dovuto trovarsi al posto della Cattedrale del Salvatore, ma di fatto non fu mai realizzato.
Le zone che appaiono nel film sono soprattutto quelle intorno al Cremlino, qui, a metà degli anni 30, furono costruiti i primi "mostruosi monumenti sovietici in granito" (Cfr. Rassochin, Mosca nel cinema), tra essi l'edificio del Gosplan (Ora Duma nazionale, illustrazione in alto) e l'hotel Moskva (illustrazione qui a destra) costruito tra il 1933-35 (demolito nel 2004). Si vede anche una parte della Via Gor'kij, un tempo via Tverskaja e che oggi ha ripreso questo nome; era infatti la strada che conduce a Tver' (in epoca sovietica Kallinin), cittadina a circa 200 km a nord della capitale.
Quando Aljosha arriva a Mosca dalla Siberia usa la metropolitana, al tempo era già aperta la stazione Komsomolskaja. La stazione si trova nella piazza delle tre stazioni (Leningradskij, Jaroslavskij e Kazanskij, con tutta probabilità i "siberiani" erano arrivati dalla stazione di Kazan'). Viene mostrata anche la biblioteca Lenin dove viene reclamizzato il film sul progetto della nuova Mosca. Moltissimi spettatori vogliono vedere la Mosca del futuro ma mentre si proietta il film ecco che si verifica un guasto al proiettore, la pellicola torna indietro e noi vediamo la Mosca di un tempo con le sue ville, i suoi quartieri e le sue chiese ormai distrutti. Il pubblico ridacchia (purtroppo non c'è niente da ridere, lo spettatore di oggi vede questa scena con occhi totalmente diversi), alla vista di una città così "poco moderna".
Riparato il proiettore, Aljosha torna a mostrare la Mosca della seconda metà degli anni 30 e il tutto si conclude con il Palazzo dei Soviet sovrastato dalla statua enorme di Lenin del quale qui a sinistra vediamo un bozzetto (doveva sorgere al posto della Chiesa del Salvatore). Il Palazzo non fu mai terminato, venne costruita una base che però. durante la seconda guerra mondiale fu però spogliata delle infrastrutture metalliche che vennero utilizzate a fini bellici. Alla fine il progetto fu rimandato e il palazzo fu costruito in tono minore all'interno del Cremlino nel 1961.
Prima della ricostruzione della Chiesa del Salvatore nello stesso luogo nel 1960 fu costruita la piscina "Moskva", all'aperto con acqua riscaldata. I moscoviti potevano fare il bagno anche in pieno inverno. Dagli spogliatoi, attraverso un tunnel si entrava a nuoto nella piscina di forma circolare. Il vapore che si formava e aleggiava quasi sempre sopra la piscina causò però notevoli danni alle costruzioni circostanti, i primi a lamentarsi furono i curatori del Museo Pushkin proprio davanti al quale la piscina si trovava. La direzione del museo infatti protestava affermando che l'umidità rovinava le collezioni. La piscina fu demolita nel 1994 e al suo posto fu ricostruita, secondo i bozzetti originali, la Chiesa del Salvatore.
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