A aprile è uscito in Russia il film Zerkala (Specchi), il primo lungometraggio, non documentario, dedicato interamente alla poetessa Marina Cvetaeva (1892-1941). La Cvetaeva nata a Mosca da una famiglia dell'intelligencija e stata una delle maggiori poetesse russe della prima metà del XX secolo.
Da ragazza ebbe la possibilità di viaggiare, e di ampliare i propri orizzonti, fu in Italia, Svizzera, in Germania e, naturalmente, a Parigi dove si recò per frequentare all'Università della Sorbona un corso di letteratura rancese medievale.
All'età di 19 conobbe il futuro marito Sergej Efron, un ufficiale passato ai bianchi dopo la rivoluzione, che sposò nel 1912.
Nel 1922 la famiglia fu costretta a emigrare, prima a Berlino, poi a Praga e infine a Parigi, dove la Cvetaeva continuò a scrivere, soprattutto in prosa.
Alla fine degli anni 30 ritornò in Russia, ma dopo la fucilazione del marito, l'arresto e la detenzione della figlia Arjadna e con un figlio adolescente a carico, la Cvetaeva si tolse la vita. Si trovava a Elabuga, sul fiume Kama, sfollata da Mosca durante la seconda guerra mondiale. Una vita, seppur qui raccontata in soldoni, non semplice e in grado di ispirare un film fortemente drammatico.
La regista dell'opera è una donna, Marina Migunova, l'attrice che impersona la Cvetaeva è Viktorija Isakova. E, secondo, la critica russa, proprio lei riesce a dare tono al film. Se non si sapesse infatti nulla della poetessa sembrerebbe proprio di assistere agli sfoghi di una squilibrata, il che non sembra proprio un complimento. E comunque non deve essere stato facile vivere in estrema povertà, soffrendo la fame, in un paese straniero, con due figli e un marito ormai malato. La Cvetaeva era un'anima alata, non poteva non drammatizzare, portare ogni cosa alle sue estreme conseguenze e, conviverci non doveva essere stato facile per il marito, interpretato dall'attore Roman Poljanskij.
Il film ha avuto una lunga gestazione: sei anni. Mostrato l'anno scorso al festival di Mosca è uscito però solo il mese scorso.
Arriverà mai in Italia? Si, ma non nelle sale, e questo è comunque un peccato perché la Cvetaeva è stata una grande e chi ha letto le sue cose difficilmente le dimentica.
Consiglio a tutti: Il racconto di Sonečka, a cura di Giovanna Spendel, Milano: Il saggiatore, 1982; poi Milano: La tartaruga, 1992 ISBN 8877381094 ISBN 8877383682.
E' un libro di rara bellezza si tratta di una novella perché la poesia penso sia intraducibile, non me ne vogliano gli addetti del settore...
Nessun commento:
Posta un commento